Capodanno: festa a casa per paura di Omicron, boom di consegne a domicilio

Solo il 14 per cento avrebbe deciso di festeggiare al ristorante, in trattorie e agriturismi. Con lo stop a veglioni, concerti in piazza e discoteche, la festa di fine anno si sposta a tavola, dove al cenone saranno destinati 99 euro in media a famiglia, con un balzo del 52 per cento rispetto allo scorso anno segnato da uno stretto lockdown

 

Annullati i festeggiamenti in piazza per Capodanno – per timore della diffusone della variante Omicron – gli italiani decidono di boicottare la cena al ristorante per rifugiarsi nelle sicure mura domeniche, con un numero esiguo e selezionato di partecipanti. Secondo una ricerca di Coldiretti/Ixè sul Capodanno solo il 14 per cento avrebbe deciso di festeggiare al ristorante, in trattorie e agriturismi, mentre l’83 per cento opta per una cena a casa e il 3% è ancora indeciso.

È boom di consegna a domicilio – anche per l’impennata del numero di italiani in isolamento o in quarantena – senza dimenticare quanti organizzano pranzi e cene nelle case perché non dispongono di Green pass rafforzato necessario per mangiare fuori. Secondo Campagna amica sono state adottate numerose e diversificate iniziative per la consegna a domicilio, dal menù a sorpresa a quello scontato, dall’agribag fino al kit fai da te con gli ingredienti base per la preparazione di ricette contadine per quanti hanno deciso di cimentarsi in cucina.

Con lo stop a veglioni, concerti in piazza e discoteche, la festa di fine anno si sposta a tavola, dove al cenone saranno destinati 99 euro in media a famiglia, con un balzo del 52 per cento rispetto allo scorso anno segnato da uno stretto lockdown. A tavola si prevede una presenza media di 6,3 persone – conclude Coldiretti -, quasi il doppio rispetto allo scorso anno (3,7 persone) condizionato dal limite di massimo due ospiti non conviventi, ma sono molto lontane le tavolate da quasi nove persone del pre pandemia

Forse anche per battere la paura della pandemia, nel menù del cenone degli italiani in otto casi su dieci (80 per cento) sono previste quest’anno le lenticchie, chiamate a portar fortuna, mentre il tradizionale chicco d’uva è servito nel 64 per cento dei casi. È quanto emerge dall’analisi Coldiretti/Ixè sul Capodanno degli italiani, che mettono sul podio dei cibi più gettonati al primo posto lo spumante, con l’84 per cento, e sorprendentemente al terzo il cotechino o lo zampone (71 per cento).

La produzione in Italia di lenticchia – sottolinea la Coldiretti – è di circa 5,5 milioni di chili e particolarmente ricercate sono quelle Castelluccio di Norcia Igp, la cui produzione era stata duramente colpita dal terremoto, ma anche quelle inserite nell’elenco delle specialità tradizionali nazionali come le lenticchie di S. Stefano di Sessano(Abruzzo), di Valle agricola (Campania), di Onano, Rascino e Ventotene (Lazio), molisane (Molise), di Villalba e Ustica (Sicilia) o umbre quali, ad esempio, quelle di Colfiorito.

L’accoppiata vincente – continua la Coldiretti – è con ben 6 milioni di chili di cotechino e zampone consumati proprio a fine anno, con gran parte della produzione nazionale che è certificata come Cotechino e Zampone di Modena Igp, riconoscibili dal caratteristico logo a cerchi concentrici gialli e blu con stelline dell’Ue, ma si rileva anche una apprezzabile domanda di cotechini e zamponi artigianali, anche acquistati direttamente dai contadini nelle fattorie e nei mercati degli agricoltori di Campagna amica. Addio invece alle mode esterofile del passato come il consumo di frutta fuori stagione importata dall’estero anche fa registrare un crollo del 20 per cento rispetto alle feste di fine anno di cinque anni fa. Non è un caso che il 95 per cento dei commensali nelle case e fuori quest’anno preferisce prodotti nazionali per la qualità ma anche per sostenere l’economia e il lavoro per aiutare il Paese a superare le difficoltà generate dalla pandemia.

 

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