La maggior parte dei giovani (48,4% a Milano e 41,6% a Roma) non ha modificato le abitudini legate al consumo di alcol durante la pandemia. Anzi, oltre il 14% ha diminuito i propri consumi. Ridotto anche il fenomeno del binge-drinking, ossia del bere per ubriacarsi, cui risulta estraneo circa il 70% dei giovani. E’ quanto emerge dal supplemento dell’indagine sulla movida a Roma e a Milano condotta da Cnr-Cid Ethics e Osservatorio permanente Giovani e Alcool nei mesi di giugno e luglio 2021. Lo studio ha coinvolto 240 giovani (120 per ciascuna città) tra i 18 e i 30 anni residenti nelle aree metropolitane di Roma e Milano, suddivisi per genere e classi di età. I risultati sono stati illustrati durante il webinar “I giovani, la movida, la città”.
Dalla ricerca emerge che con le riaperture, la maggior parte dei giovani (circa il 46%) intende ricominciare ad uscire come prima, con una maggiore propensione dei 18enni romani (quasi il 65%) rispetto ai coetanei milanesi (il 45,8%). Poco più della metà non si è sentito affetto da conseguenze negative dal punto di vista socio-economico e lavorativo durante la pandemia, soprattutto nella fascia d’età più bassa (fino all’80%). Circa il 30% dei giovani tra i 26 e i 30 anni, tuttavia, ha subito conseguenze negative importanti, fino alla perdita del lavoro o alla drastica riduzione della disponibilità economica (10%).
“Il Covid è stato ed è uno spartiacque che sancisce un prima e un dopo anche per la vita delle città e per quell’espressione tipica della socialità urbana che sono le movide”, ha commentato il segretario generale dell’Osservatorio Permanente Giovani e Alcool, Michele Contel. “Il supplemento di indagine post-Covid condotto su un gruppo di giovani frequentatori delle movide milanesi e romane (240 interviste), ha evidenziato come il tema alcol non sembri essere stato fonte di allarme durante il lockdown, dal momento che la maggior parte dei ragazzi non ha modificato i propri consumi o li ha ridotti. Inoltre anche in merito alla ripresa della movida, le risposte dei partecipanti mostrano come la socialità e lo stare insieme occupi per loro un ruolo decisamente preminente rispetto allo ‘sballo'”.