Oltre alla mascherina e al distanziamento fisico per limitare il contagio del Coronavirus le istituzioni politiche e sanitarie hanno mancato di tener conto del fenomeno vacanza, legato alla tradizione, al divertimento e all’avventura senza limiti.
Dall’antica Roma ai giorni nostri, nei castelli medioevali, nelle residenze estive, nelle stazioni termali, negli alberghi, nelle spiagge, fino sulle navi da crociera è andato e va in scena l’universo felice della villeggiatura, sottomesso a nessuna regola
Con la fuga dalla città, stavolta non siamo però entrati nel giardino di delizie, ma siamo caduti nel baratro dei contagi che ci hanno riportato ai numeri del lockdown.
Oltre alle indicazione dei virologi, nella lotta alla pandemia si sarebbero dovuti tenere in maggior conto gli aspetti psicologici e comportamentali.
Conoscendo il fenomeno vacanza, soprattutto nella stagione estiva, era prevedibile, che la paura del Covid 19 avrebbe lasciato posto alle feste, ai giochi, alle stravaganze e agli eccessi, ‘’espressioni di uno stato vissuto come eccezione alla regola e insieme come ritualità collettiva’’, rileva Maria Clelia Cardona ne ‘’La storia della Villeggiatura’’ , Edizioni Abete.
(foto Ostia stabilimento Roma 1933 dal volume “la storia della villeggiatura”)