I macchinisti della già disastratissima Roma-Lido la sera del 31 dicembre si sono arresi a poche ore dallo scoccare della mezzanotte: troppi contagi, stop alle corse. A Roma Nord, invece, i netturbini che ripuliscono il XV Municipio hanno dovuto chiudere la sede di quartiere: tutti a casa con il Covid, oppure in quarantena.
La variante Omicron corre, spinge il Lazio in zona gialla (da oggi il cambio di colore) e non risparmia i servizi pubblici: in Atac si contano 150 contagiati e 400 dipendenti in quarantena, mentre in Ama ci sono 200 positivi e altrettanti operatori in isolamento. “La situazione è ancora sotto controllo”, ripetono a ‘La Repubblica’ dai quartieri generali delle due municipalizzate. Salvo incrociare immediatamente le dita: “Se i casi dovessero aumentare sarebbe un problema”. Un guaio soprattutto per i romani.
Per cercare di limitare la marcia del virus, oltre al ritorno dello smartworking, i vertici di Atac hanno diramato una circolare in cui si chiede a impiegati e conducenti di limitare il più possibile gli assembramenti. Di non fermarsi a chiacchierare davanti alla macchinetta del caffè tanto in ufficio che nelle rimesse. Chi non rispetterà le regole – ci sono già stati due focolai nel quartier generale di via Prenestina – rischia un provvedimento disciplinare.
Nel frattempo i conducenti hanno ottenuto il ritorno a bordo dei torpedoni delle catenelle che dividono la postazione di guida dal resto dell’abitacolo. L’azienda ha anche iniziato a distribuire le mascherine Ffp2 agli autisti: un investimento da circa 100 mila euro al mese. Tutto il possibile per evitare nuovi stop dopo quello della Roma-Lido.
La panchina di Atac (che sta accelerando su 40 nuove assunzioni) è senza riserve e non ci sono troppe opzioni: se i contagi saliranno ancora, via agli straordinari o al taglio progressivo del servizio. A preoccupare è soprattutto il numero di quarantene: sono raddoppiate nell’ultima settimana del 2021 e spesso sono dovute a contatti esterni all’ambito lavorativo. “Lì non possiamo certo intervenire”, commentano dall’azienda.
Per quanto riguarda Ama, invece, a parlare è l’ultimo report interno: con il piano straordinario di pulizia ancora da completare, i 200 contagiati pesano soprattutto sulla raccolta dei rifiuti nel quartiere Prati, tra San Giovanni e il Tuscolano, a Tor Bella Monaca e nel XV Municipio, quello di Ponte Milvio. Lì la partecipata ha dovuto chiudere un’intera sede causa cluster. La zona rimarrà sguarnita almeno fino alla Befana, prospettiva che ha spinto i vertici della controllata a spostare forze fresche (e negative ai tamponi effettuati dall’azienda) nell’avamposto sgomberato a causa del virus.
I sindacati chiedono la convocazione di un tavolo tecnico sull’emergenza Covid: “Da due anni i netturbini – attacca Alessandro Benfigli della Uiltrasporti, interpellato da ‘La Repubblica’ – sono per strada a raccogliere a mano l’immondizia gettata anche dai romani contagiati. Adesso basta, bisogna tutelare la salute del personale”.