Vaccini, continua il dibattito sulla terza dose

Gran Bretagna e Israele la somministrano già

Continua il dibattito sulle somministrazioni delle terze dosi di vaccini alle fasce deboli e agli operatori sanitari, i quali hanno ricevuto il vaccino oramai tanti mesi, all’inizio della campagna vaccinale.

“Nel giro di un mese – ha spiegato Rezza – bisognerà decidere chi vaccinare e in quali tempi con la terza dose: è una decisione che va meditata bene ma probabilmente le persone più fragili e immunodepresse avranno una terza dose ma non abbiamo ancora deciso quando. Sulla terza dose c’è indecisione perchè non ci sono ancora evidenze forti per poter dire che la faremo a tutti piuttosto che ad alcuni”. Probabilmente, ha aggiunto, “gli immunodepressi potranno essere rivaccinati con un richiamo. Per quanto riguarda gli altri soggetti fragili e gli operatori sanitari c’è una discussione, ma ancora non si è arrivati a una decisione”. Rezza ha inoltre precisato che “non si sa ancora se, nel caso di terza dose, sarà necessario effettuarla con un vaccino adattato alle varianti”. Intanto altri Paese, come Israele e Gran Bretagna, hanno già optato per la terza dose, ma gli scienziati sono divisi”.

Più cauto invece l’atteggiamento del microbiologo Andrea Crisanti, sottolineando che Israele “ha iniziato a somministrarla e tra un mese e mezzo avremo abbastanza dati per capirne l’impatto”. Per il virologo Fabrizio Pregliasco, la terza dose andrebbe fatta prima ai soggetti fragili “in una strategia simile a quella della vaccinazione antinfluenzale”. Contrario invece l’infettivologo Massimo Galli: “A parlare molto di terza dose è soprattutto la casa farmaceutica che produce il vaccino ma lo fa sulla base di un numero di dati limitato”. Netto il sottosegretario alla Salute Andrea Costa: “Aspettiamo indicazioni scientifiche precise, ma siamo assolutamente preparati per affrontare anche la terza dose”.

Come da inizio pandemia, il parere degli esperti divide l’opinione pubblica, rischiando di scatenare effetti di infodemia, come ha spiegato la Casellati, che rischiano di portare la cittadinanza ad attuare soluzioni “fai da te”, che non di certo garantiscono un corretto contrasto del virus.

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