Covid: continuano a crescere i casi. Vaia: “Situazione non è preoccupante, ma serve aggiornare i vaccini”

Per il direttore generale dello Spallanzani il bollettino quotidiano "non ha più molto senso, con un tasso di positività che un giorno segna 13% e il giorno successivo 28. Contribuisce solo a creare un clima di stress da allarme". La nova variante Omicron "è come se fosse un nuovo virus, che buca i vaccini che non sono aggiornati"

I casi Covid continuano a crescere e da giorni ormai si attestano in media sui diecimila nella regione. Le motivazioni, ma anche le possibili soluzioni, illustrate dal direttore generale dello Spallanzani, Francesco Vaia in un’intervista rilasciata al dorso romano de La Repubblica.

“Il bollettino quotidiano non ha più molto senso, con un tasso di positività che un giorno segna 13% e il giorno successivo 28. Contribuisce solo a creare un clima di stress da allarme contro l’avversario Covid – prosegue Vaia – e se unito alla paura della guerra e a quella dell’inflazione che sale, non fa che indebolire le difese immunitarie”.

Ma quali le cause dell’attuale crescita di casi?

“Le cause non sono sempli cisticamente riconducibili ne al concerto della rockstar al Circo Massimo ne alla partitadi calcio all’Olimpico, a cui la gente ha diritto. Chi parla di nuovo lockdown sbaglia, il Paese deve andare avanti. E mai tornare indietro”.

Allora a cosa imputare l’aumento?

“Alla maggiore contagiosità della nuova variante Omicron che è come se fosse un nuovo virus e che buca i vaccini che non sono aggiornati. Resta il fatto che è uno strumento fondamentale per proteggere dalle forme gravi della malattia”.

C’è da preoccuparsi per l’attuale situazione epidemiologica?

“No. Ma faccio parlare i fatti. Allo Spallanzani non vediamo più polmoniti interstiziali così come non vediamo più giovani in reparto. Se a fine gennaio avevamo 218 pazienti ordinari e 37 in terapia intensiva, molti con casco e ventilazione, il 30 giugno i ricoverati in area medica erano 106 e i2 m rianimazione. Un tasso di ospedalizzazione non elevato se rapportato al numero di contagi”.

Chi sono quindi oggi i ricoverati?

“Over 70 con comorbidità. Molti dei quali non avrebbero neanche bisogno di stare in ospedale”.

Potrebbero cioè essere assistiti a casa?

“Certamente, dal momento che le terapie antivirali possono essere anche domiciliari, ma perché si arrivi a questo la rete territoriale deve essere più performante”.

Un obiettivo a cui puntare per il prossimo autunno?

“Non è certo l’unico. Oltre all’aggiornamento dei vaccini bisogna puntare anche su risposte concrete da parte del sistema Italia: prima fra tutte, ventilazione meccanica in tutti i luoghi della socialità, a partire dalle scuole e dai mezzi pubblici. Non posso pensare di vedere ancora per un anno i bambini in classe con i giubboni perché le finestre devono restare aperte. Un buon sistema di ventilazione meccanica è tre volte più efficace della mascherina, che pure è stato uno strumento fondamentale in pandemia”.

Perché nel Lazio i nuovi positivi sono così tanti?

“Roma è una grande città con un alto numero di turisti, di mobilità, di eventi, di manifestazioni sportive”.

L’assessore D’Amato chiede un abbassamento della soglia d’età per la quarta dose di vaccino, a cui però in pochi si stanno sottoponendo.

“Va dato atto ai cittadini che in tanti si sono fidati della scienza e sono corsi a vaccinarsi e questo, come già accaduto in Portogallo, comporterà un abbassamento dei contagi a breve anche in Italia. Ma certo noi il virus lo dobbiamo anticipare e non rincorrere. Vanno messi in sicurezza il prima possibile i fragili e gli anziani con la quarta dose”.

Forse molti aspettano i vaccini aggiornati?

“Per questo faccio appello ai governi, perché insistano perla rapida realizzazione di questi vaccini aggiornati perle varianti”.

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