Covid, dal 16 agosto vaccini senza prenotazioni per giovani 12-18 anni

Il Commissario Figliuolo scrive a Regioni e Province autonome. Locatelli (Cts): da novembre vaccini anche ai bambini. Vaia (Spallanzani), assolutamente contrario e vaccinare gli under 12

A partire dal 16 a agosto prossimo Regioni e Province autonome dovranno “predisporre corsie preferenziali per l’ammissione alle somministrazioni dei vaccini ai cittadini” nella fascia d’eta’ 12-18 anni, “anche senza preventiva prenotazione”. E’ quanto stabilisce il Commissario Straordinario per l’emergenza Covid, generale Francesco Paolo Figliuolo, in una lettera indirizzata a Regioni e Province autonome.

La decisione “in previsione della riapertura delle scuole ed anche dell’avvio della prossima stagione sportiva”, si legge.

Per i vaccini per bambini sotto ai 12 anni “ci aspettiamo l’autorizzazione a novembre, sia Pfizer sia Moderna sono già a buon punto. Io ritengo che sia necessario vaccinare anche i più piccoli”. Lo afferma, in un’intervista al Messaggero, Franco Locatelli, coordinatore del Comitato tecnico scientifico, è direttore del Dipartimento di Oncoematologia, Terapia Cellulare, Terapie Geniche e Trapianto Emopoietico dell’ospedale Bambino Gesù di Roma.

“In Italia, da inizio pandemia – ricorda – sono morti 28 pazienti di età pediatrica. E di questi 13 avevano meno di 10 anni. Così distribuiti: 4 sotto i 3 anni, 4 dai 3 ai 5 anni, 5 dai 6 ai 10 anni Inoltre, vaccinando i bambini eviteremo focolai anche nelle scuole elementari e dunque il ricorso alla didattica a distanza. Limiteremo la circolazione del virus e la possibilità che contagino genitori e nonni. Sia la società pediatrica italiana, sia quella americana sono favorevoli alla vaccinazione dei bambini».

Assolutamente “contrario” alla vaccinazione degli under 12, è Francesco Vaia, direttore sanitario dell’Inmi Spallanzani, che spiega di esserlo “per due motivi”. “Nei bambini è statisticamente irrilevante non solo il contagio ma anche la malattia nei bambini al di sotto dei 12 anni. In questo caso quindi la bilancia rischio-beneficio penderebbe tutta sulla parte del rischio. Il problema non l’Rna che resta nell’organismo – ha sottolineato – per cui domani facciamo i bambini con la testa d’elefante, questa è un’informazione medievale che non c’entra nulla. Il problema è che comunque noi possiamo avere degli effetti collaterali. Nei bambini non c’è questo contagio così imponente e non c’è la malattia, oggi – ha ricordato Vaia – tra i non vaccinati che si ricoverano l’età media è fra i 50-60 anni, tutte persone in quelle fasce d’età che sono i figli della nostra cattiva comunicazione, gli ‘esitanti dell’AstraZeneca’, tanto per essere chiari, che non si sono vaccinati e sono oltre due milioni. Io dico alle industrie: ‘fermiamoci’ rispetto alla terza dose per la quale non dobbiamo accelerare ma pensare alla memoria immunologica e ai linfociti T, e per le popolazioni che non sono statisticamente rilevanti rispetto alla malattia non facciamo pendere la bilancia verso il rischio”, ha concluso.

Approfondimento nel dossier

© StudioColosseo s.r.l. - studiocolosseo@pec.it
Il Sito è iscritto nel Registro della Stampa del Tribunale di Roma n.10/2014 del 13/02/2014