Le pressioni dei medici, e la convinzione dei presidi sull’utilità di uno stop preventivo della didattica in presenza per l’ultima settimana di scuola non bastano. La “Dad di Natale”, per evitare che il virus si unisca alle festive tavolate familiari, è un obiettivo quasi irragiungibile. Lo scrive ‘La Repubblica’ rilevando che la Regione punta tutto sulla campagna vaccinale dei bambini.
Oggi, alle 16, si aprono le prenotazioni per la fascia dai 5 agli 11 anni. Le somministrazioni di massa, in 53 centri, partono giovedì 16, ma il Lazio lancia il “V-day” in anteprima mercoledì, con 12 ospedali – Spallanzani capofila – che accoglieranno i più piccoli, con tanto di festa e clown, fanfare della Polizia, cavalli e cani poliziotto da far conoscere ai bambini.
Anche un fumetto, realizzato da Arianna Rea (disegnatrice Disney, nonché autrice dell’ultimo manifesto di Romics), da colorare durante l’attesa. Insomma, è tutto pronto, mancano solo i vaccinandi. L’auspicio dell’assessore regionale alla Sanità Alessio D’amato è “raggiungere il 75% di vaccinati in questa fascia”.
Ma quando? “Purtroppo non credo che i centri verranno immediatamente presi d’assalto – dice a ‘La Repubblica’ Teresa Rongai, segretaria per il Lazio della Fimp (Federazione medici pediatri) -. Penso che l’adesione, in questa prima fase, sarà del 30%. Il problema è che sui vaccini, compresi quelli ai bambini, è stato detto tutto e il contrario di tutto, c’è una grande confusione e il nostro ruolo di medici perde sempre più di credibilità. Le famiglie, e non mi riferisco ai no-vax, sono molto protettive quando si parla dei loro figli e la tendenza è quella di aspettare”.
La pediatra consiglia di non attendere, ma il tempismo stavolta non gioca molto a favore delle famiglie: chi fa la prima dose il 16 si troverebbe infatti a ricevere la seconda il giorno della Befana. E comunque, considerato che gli anticorpi hanno bisogno di due settimane dal richiamo per svilupparsi in pienezza, i bimbi tornerebbero sui banchi in una condizione di immunità solo a metà.
Dalla parte della scienza ci sono i numeri, che mostrano una fortissima incidenza di casi tra i bambini proprio della fascia non vaccinata: nel Lazio è di 320 ogni lOOmila persone, ovvero oltre il doppio di quella della fascia 25-49 anni (240 per lOOmila) e addirittura il triplo dei 30-69enni (109).
Ma i dati non bastano, quando si parla di bimbi. “Ho fatto un sondaggio, in classe di mio figlio, quinta elementare, sono l’unica mamma che lo farà vaccinare subito”, dice a ‘La Repubblica’ Stefania Sambataro, presidente del Comitato IdeaScuola, che raccoglie docenti e oltre 15mila famiglie. “Invitiamo tutti i nostri membri in cerca di rassicurazioni a confrontarsi con i pediatri – continua Sambataro – ma tutti preferiscono aspettare i figli degli altri”.