Le norme riguardo alle quarantene per contatto con persone affette da Covid vanno semplificate e il tampone va effettuato soltanto se il paziente presenta sintomi. Lo ha sostenuto il direttore sanitario dell’Istituto per le malattie infettive Lazzaro Spallanzani di Roma, Francesco Vaia,ospite questa mattina della trasmissione “Non Stop News” su Rtl.
“Trovo difficoltà a districarmi tra le tantissime circolari che ci sono – ha detto Vaia -. Bisogna arrivare a due semplificazioni. La prima è che chi è sospetto di contatto con positivo che è stato insieme a una persona che si è dimostrata malata positiva, o magari positivo e non malato, il contatto non ha bisogno che corra a fare il tampone e non c’è bisogno che resti in quarantena. La mia proposta, la proposta dello Spallanzani, è che i contatti di positivi, se non sono sintomatici, vadano a lavorare tranquillamente, senza fare quarantena e senza intasare i drive in. Dobbiamo fare come gli Stati Uniti, dove ti chiedono il motivo per cui fai il tampone quando sei asintomatico. La regola vuole che tu ti vai a fare il tampone solo se sei sintomatico. Se poi sei positivo e sintomatico, nel momento in cui l’autorità sanitaria di contea ti manda la comunicazione che tu sei positivo, dopo qualche giorno di quarantena se non sei sintomatico anche se positivo tu esci, dopo cinque giorni. Il motivo – ha aggiunto – è che hanno verificato che questa malattia così sintomatologicamente lieve dà una contagiosità solo per cinque giorni, nei due giorni precedenti alla sintomatologia e nei tre giorni successivi alla comparsa dei sintomi, in tutto cinque giorni. In Italia dobbiamo avere cinque giorni in tutto di prescrizione per stare a casa se sono asintomatico e fare il tampone solo se sono sintomatico. I contatti delle persone positive possono andare a lavoro, mettendosi naturalmente in sorveglianza come facciamo più o meno tutti, così non blocchiamo l’Italia”.
Rispetto al Covid, secondo Vaia, il virus ora ha caratteristiche da malattia stagionale e il picco si avrà tra fine gennaio e i primi dieci giorni di febbraio. “Quando finirà la pandemia? Non faccio il divinatore, non lo so. Però dico che questa malattia ha i caratteri della stagionalità – ha detto Vaia – e secondo me il picco lo avremo adesso tra fine gennaio e la prima decade di febbraio. Traguardiamo come è successo negli anni scorsi questo tempo, a ottobre faremo il nostro richiamo. Non la quarta dose, ma richiamo. Vorrà dire che sarà diventato come un’influenza”.