Covid: Gimbe boccia il piano di sicurezza per la riapertura delle scuole

"Non tanto - spiega il presidente Nino Cartabellotta - per le misure previste, quanto per le raccomandazioni spesso generiche e, soprattutto, per le eccessive responsabilità scaricate sulle scuole, prive delle necessarie risorse e competenze sanitarie"

Il tema della riapertura in sicurezza delle scuole “nel vortice della campagna elettorale non ha ricevuto l’attenzione necessaria. Il piano predisposto per l’anno scolastico 2022-23 appare inadeguato non tanto per le misure previste, quanto per le raccomandazioni spesso generiche e, soprattutto, per le eccessive responsabilità scaricate sulle scuole, prive delle necessarie risorse e competenze sanitarie. Il rischio è quello di un impatto rilevante sulla circolazione virale e sulla salute pubblica, ma anche sui giorni di scuola perduti”. Lo rileva il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, in una analisi.

Nell’analisi Gimbe, che integra le evidenze scientifiche disponibili con i risultati della survey condotta da Gimbe con l’Associazione nazionale dirigenti pubblici e alte professionalità della scuola (Anp), le indicazioni dell’Istituto Superiore di Sanità, e il “vademecum” inviato dal ministero dell’Istruzione alle scuole e il Dpcm 26 luglio 2022 recante le linee guida su aerazione e qualità dell’aria, tra i punti principali ci sono le vaccinazioni.

Il ruolo dei vaccini nel ridurre la circolazione virale nelle scuole attualmente è modesto nella fascia 5-11 anni per almeno tre ragioni: innanzitutto, l’efficacia nei confronti dell’infezione Covid-19 è inferiore rispetto alle fasce di età superiori; in secondo luogo, l’attuale copertura nazionale con due dosi è del 35,1% con rilevanti differenze regionali. Inoltre, nella fascia 12-19 anni solo il 46,4% ha completato il ciclo con 3 dosi.

Altro punto sono i criteri di sospensione della frequenza scolastica: al di là di alcuni criteri oggettivi (temperatura superiore a 37,5°, tampone positivo) la sintomatologia indicata nel documento dell’ISS come compatibile con COVID-19, in particolare quella respiratoria, oltre a non essere specifica di infezione da SARS-CoV-2, presenta grandi margini di soggettività, anche da parte di un medico/pediatra. “La valutazione dei sintomi – spiega Cartabellotta – viene di fatto affidata a genitori e personale scolastico, con impatto imprevedibile sia sull’assenteismo scolastico, sia sulla circolazione del virus”. Un altro aspetto analizzato sono gli interventi ambientali: i riflettori rimangono inspiegabilmente puntati sulla sanificazione ordinaria e straordinaria in presenza di uno o più casi confermati, nonostante le evidenze scientifiche dimostrino che meno dell’1% dei contagi è dovuto al contatto con superfici infette. E, a dispetto delle modalità di trasmissione del virus, che avviene quasi esclusivamente per aerosol, non viene raccomandato nessun intervento specifico di aerazione e ventilazione per migliorare la qualità dell’aria, ma solo un generico “ricambio frequente di aria”, ovvero “il ben noto protocollo ‘finestre aperte’ – commenta Cartabellotta – che quest’anno durante la stagione fredda si scontrerà con quello ‘finestre chiuse’ imposto dalla crisi energetica”.

 

 

 

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