Covid seconda ondata, parla il virologo Crisanti

Dopo il lockdown e il piano allentamenti delle chiusure sia private che pubbliche l'esperto prevede una seconda ondata. L'esempio eclatante è Singapore

Emergenza Coronavirus
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Secondo il Mattino di Napoli  il  virologo Crisanti è certo di una seconda ondata di contagi da Covid 19.

Tutto il Mondo sta combattendo da mesi una dura battaglia contro il Coronavirus: il nostro Paese sta pagando un prezzo altissimo, in termini economici ma soprattutto di vite umane. In questi giorni però l’attenzione di tutti noi è rivolta alla tanto attesa Fase 2, il momento della ripartenza, che, secondo il Governo, dovrebbe avvenire a partire dal 4 maggio. Tuttavia l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) teme una SECONDA ONDATA di CONTAGI, che potrebbe essere ancora più devastante della prima; cerchiamo di capire perché la FASE 2 non significa FINE dell’EMERGENZA.

Il virologo che lavora a fianco del governatore del Veneto Zaia, Andrea Crisanti, ribadisce la quasi certezza di una seconda ondata di contagi.

In un intervista al Mattino, Crisanti ha detto: “Nella fase 2 ci saranno molte più occasioni di trasmissione del virus. Venendo meno le misure di contenimento, nuovi focolai verranno fuori sicuramente. Occorre prepararsi alle inevitabili conseguenze. I fondamentali? Protezioni, sanificazione, tamponi. E la capacità di reazione immediata che abbiamo messo a punto. Il rischio zero non esiste, specialmente in situazioni del genere”.

Insomma, la fase 2 soprattutto in Italia non è un punto di arrivo, non è la fine dell’emergenza, ma un tassello importante nella lotta a questo temibile virus; solo con politiche di controllo adeguate e con il senso di responsabilità di ognuno di noi sarà possibile contrastarlo, limitandone i terribili effetti.

A tal proposito c’è già un esempio eclatante.

A Singapore, infatti, dopo una prima ondata che è stata ben contenuta dalle autorità locali, si sono registrati 2500 nuovi contagi in appena 48 ore. Si tratta di un numero particolarmente elevato se si pensa che i casi accertati salgono adesso a 9125, di cui 1.426 registrati nella giornata del 20 aprile; il 27% dei casi di contagio da COVID 19 si è concentrato in soli due giorni.

Analizzando poi le mappe dei contagi, i focolai si sarebbero sviluppati nei dormitori dei lavoratori provenienti dall’estero, soprattutto da altri Paesi asiatici. Quindi l’ipotesi di un contagio di ritorno “straniero” fa ancora parlare di sé ed è da tenere nel dovuto conto, soprattutto in vista di una FASE 2 che prevede il ritorno graduale al lavoro: sarà necessario prestare massima attenzione.

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