Turismo: Raffaele e i suoi asini da trekking sulle tracce di Celestino Quinto
A spasso con gli asini percorrendo le antiche vie di comunicazione e lungo i sentieri di montagna del centro Italia. Si chiama Raffaele Principi Coppotelli, è di Ferentino e la sua più grande passione è il “trekking someggiato”.
“Loro, ancora più di me, non vedono l’ora di partire perché si calano nel loro ambiente naturale” dichiara Raffaele Principi, e quando dice loro si riferisce ai suoi compagni di viaggio che sono Bigio, il veterano di 11 anni, e i giovani Camillo e Rodolfo di 4 anni, tutti asini da trekking.



“Le tappe per le soste sono pensate per le loro necessità e come soma portano solamente i pochi chili di attrezzature e cibo che ci servono per rimanere estraniati dal mondo: cibo per non aver bisogno di ristoranti o supermercati; tende per non ricorrere ad alberghi o pensioni; pannelli fotovoltaici per ricaricare telefoni e smartphone, i sistemi di navigazione satellitare per non rischiare di perdersi tra le montagne”. Una passione per gli asini, quella di Principi che lo ha portato a disegnare dei percorsi lungo le montagne e la storia del centro Italia. Attraverso antichi sentieri, quelli ormai noti a pochi, ripercorre le antiche strade della transumanza che portano fino alla punta più estrema della Puglia, oppure attraverso gli antichi percorsi che univano i monasteri e gli eremi, i luoghi di culto tra i più noti della cristianità, senza passare per strade asfaltate ma percorrendo solo sentieri sassosi, a volte chiusi dalla vegetazione e riaperti dalla testardaggine degli asini e del loro accompagnatore.
“Venerdì partiamo per percorrere un lungo tratto della “via dei Lupi”. Una cinque giorni con partenza da Campocatino a Guarcino diretti alla riserva di Zompa lo Schioppo a Morino; poi a Pescasseroli per proseguire nel sorano per far visita al relitto del Volo Itavia 703 che si schiantò su monte Serra Alta facendo 8 vittime. Poi si torna a Campocatino”. Il progetto più ambizioso di quest’anno però è quello che avrà inizio il 20 agosto da Ferentino, quando Principi e i suoi asini si metteranno sulle tracce di Celestino Quinto ripercorrendo le strade che l’eremita Pietro Angelerio, il futuro San Pietro del Morrone, fece a dorso d’asino nell’anno 1294 per raggiungere, da Sulmona presso la quale solitamente viveva solitario nell’eremo di Sant’Onofrio, la città dell’Aquila, per essere incoronato Papa col nome di Celestino V.
“Partiremo da Ferentino dove il santo è stato sepolto per 30 anni, passeremo per Fumone dove venne imprigionato e dove morì, poi attraverso Subiaco, Tagliacozzo Sulmone e L’Aquila arriveremo a Collemaggio passando per abbazie che ospitarono il Santo lungo il suo cammino, seguendo i cippi di confine che ancora oggi delimitano gli antichi possedimenti dello Stato Pontificio da quello del Regno delle Due Sicilie”. Sei giorni di cammino per un percorso di oltre 200 chilometri. “Preferisco l’asino a qualsiasi altro compagno di viaggio perché è un animale empatico e ha un passo regolare e costante. Non ha smania di arrivare, mantiene la sua andatura e la detta a te che gli cammini al fianco dai primi passi fino all’arrivo. Poi quando passi tra la gente l’asino fa aprire le porte alle case. Chi cammina con un asino è un vero viandante e non può fare nulla di male. La gente di campagna o montagna ci accoglie con piacere. Se mi dovessero dare dell’asino? Per me è un complimento, peccato che chi mi ci chiama lo fa con l’intenzione di offendermi”.