Oggi, 15 marzo, come ogni secondo venerdì di questo mese, è la Giornata Mondiale del Sonno il cui obiettivo è celebrare i benefici di un sonno buono e salutare e porre l’attenzione sulle problematiche legate ai disturbi del sonno e alle relative cure. “DORMIRE bene per invecchiare bene” è lo slogan di quest’anno. D’altra parte, dedichiamo al sonno circa otto ore al giorno, un terzo della nostra esistenza. Perché la salute del corpo non passa soltanto per l’attività fisica e una sana alimentazione. Per stare bene abbiamo anche bisogno di un buon sonno ristoratore, fatto di 7-8 ore di riposo profondo e ininterrotto.
Una “fortuna” che non tutti hanno: come rivela uno studio svizzero secondo il quale dopo i 50 anni, un uomo su due e una donna su quattro si ritrovano a fare i conti con il russamento patologico e le apnee ostruttive del sonno, disturbi che nella maggior parte dei casi non vengono individuati precocemente.
A lungo andare, chi soffre di apnee ostruttive del sonno e russamento, può trovarsi a fare i conti con una serie di conseguenze negative per la salute: diabete, ipertensione, patologie cardiache, aumento del peso, sono solo alcune delle principali. E come rivela uno studio recentemente pubblicato su ERJ Open Research i disturbi del sonno possono portare a problemi ben più gravi anche tra i giovani: dopo aver analizzato la qualità del sonno in un campione di giovani atleti di rugby statunitensi, i ricercatori hanno osservato in quasi la metà di loro (43%) disturbi legati alla respirazione notturna – come ad esempio cinque o più pause nella respirazione per almeno 10 secondi – riscontrando inoltre in questi atleti una frequenza cardiaca a riposo più alta rispetto agli atleti che godevano di un sonno salutare, oltre che una maggiore tendenza a sperimentare battiti cardiaci irregolari. Sebbene si tratti ancora di osservazioni riguardanti un campione esiguo di persone (una cinquantina), per il team i risultati ottenuti suggeriscono un possibile legame tra i disturbi della respirazione durante il sonno, come il russamento e le apnee, e anomalie cardiache, un’associazione che potrebbe forse far comprendere qualcosa in più su alcuni decessi inspiegabili riguardanti alcuni giovani del mondo dello sport. “Non abbiamo riscontrato condizioni di salute gravi in nessuno degli atleti esaminati in questo studio, probabilmente a causa della loro giovane età – concludono i ricercatori – ma non sappiamo come le loro condizioni di salute possano evolvere in futuro. E’ possibile che la respirazione disordinata durante il sonno possa rappresentare un fattore non trascurabile per questo tipo di decessi inspiegabili”.