Green Pass: caos in Atac e Ama, da venerdì a rischio bus e raccolta

Secondo i sindacati circa il 20 per cento di autisti e netturbini non è vaccinato, rispetto ai 7.400 lavoratori di Ama e agli 11.293 di Atac 

Ama spa
(immagine di repertorio)

Con il primo nodo da sciogliere: l’obbligo del Green pass fino al prossimo 31 dicembre. Per rispetto della Privacy, un dato ufficiale non è stato comunicato. Ma i sindacati (Cisl, Uil, Cgil) hanno calcolato che circa il 20% non è ancora vaccinato. A rischio ora, e nelle prossime settimane, ci sono i servizi essenziali della città. Perché i ritardatari del vaccino sono autisti, macchinisti, meccanici, amministrativi, netturbini. Lo scrive ‘Il Messaggero’, che sottolinea che rispetto all’ordine tassativo di rientrare in presenza al 100%,  muniti di certificato verde, le modalità di controllo e di gestione del personale non immunizzato, sarebbero ancora tutte da definire.

Le direttive ufficiali devono ancora arrivare ma già da ieri sono in corso riunioni e assemblee tra lavoratori, in attesa di un chiaro indirizzo, e le sigle sindacali. Che stanno raccogliendo numeri, liste e richieste degli impiegati. Intanto i numeri di chi la mattina del 15 ottobre, dovrà presentarsi fisicamente sul posto di lavoro ma non ha ancora il certificato verde. Nella rimessa di Grottarossa per esempio, sui 1200 addetti sono circa 200 quelli non immunizzati.

A Porta Maggiore invece saranno 10 i tranvieri senza certificato. Lo stesso numero registrato sul personale viaggiante (macchinisti e capo treno) in servizio sulla Roma – Lido.

Ancora: nell’officina di Tor Vergata invece sono 5 su 30 i meccanici senza vaccino. Più “coperta” la centrale operativa dove su 60 lavoratori, solo due non risultano immunizzati. In questo caso però, perché durante la seconda ondata della pandemia, tra gli addetti in servizio si era registrato un focolaio.

Il problema in questo caso si porrà quando verrà richiesto il richiamo. Al momento infatti chi è stato contagiato dal virus ha avuto il pass, cosi come stabilito dalle norme nazionali. Le stesse percentuali, sono state registrate anche negli uffici della municipalizzata dei rifiuti.

“Per venerdì chi non ha ancora il pass, si potrà presentare con il tampone. Ma la soluzione è momentanea» spiegano i sindacalisti delle due aziende. E il terreno tra nuovi obblighi, regole e controlli è ancora molto scivoloso. “Siamo in attesa delle direttive ufficiali” ripetono. Mentre le prime lettere con richieste e precisazioni sono state già inoltrate.

L’ultima, riguarda l’orario di servizio che per gli impiegati dell’Atac, è stato nuovamente cambiato. «Lo scorso 30 settembre abbiamo ricevuto l’ultimo aggiornamento sugli orari degli impiegati amministrativi in smart working. Ora però sta cambiando ancora l’intero quadro e gli impiegati sono disorientati.

Abbiamo chiesto quindi un chiarimento che però, a una manciata di giorni dal rientro, non è arrivato» precisa a ‘Il Messaggero’ Roberto Ricci, segretario Fit Cisl. La disciplina nelle mense aziendali è stata la prima prova generale per l’attivazione e il controllo del pass.

Quando da Palazzo Chigi è stata ufficializzata – a ridosso di ferragosto- la norma nazionale: come per i ristoranti al chiuso, anche per le mense serve la certificazione verde per le consumazioni al tavolo. Una regola che è stata subito applicata, almeno sulla carta. E a cui i lavoratori senza certificato verde si sono dovuti adeguare.

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