Il referendum abrogativo del Green pass “potrebbe arrivare quando la norma sarà superata”. Con la fine dello stato di emergenza a dicembre la certificazione verde “dovrà essere eventualmente confermata con una disciplina normativa diversa. Se cambia la legge dunque, quel referendum non ha più significato, occorrerebbe forse ricominciare daccapo, a seconda della nuova formulazione”. A spiegarlo, in un’intervista a ‘La Stampa’, è Giovanni Maria Flick, presidente emerito della Corte costituzionale.
In merito ai tempi per raccogliere le firme che sono molto stretti dice: “Questo mi dà la sensazione del rischio che il referendum venga considerato uno strumento per dare delle picconate al Parlamento. Che il Parlamento se lo meriti o no, non glielo so dire e non spetta a me giudicarlo – aggiunge – certamente le Camere sono state per troppo tempo sorde alle istanze che venivano dalla voce popolare, tutto ciò è fuori discussione”. E alla domanda se il referendum rischi di diventare uno strumento di pressione politica, Flick risponde: “Non uno strumento di pressione, ma di manifestazione politica. È il risultato della facilità di lanciare referendum online magari con la consapevolezza che non andranno in porto, che non si raggiungeranno le firme, ma che servono per polarizzare l’attenzione”.
“Il referendum – osserva – diventa così uno strumento che altera il rapporto tra volontà del popolo e del Parlamento. Non mi pare che si rimedi alle lacune e alle insufficienze delle Camere con altre forme di insufficienza”.