Il tempo libero nella stagione del Covid 19: musei, cinema e teatri

Milano e Torino riaprono lentamente alcuni spazi pubblici. A Roma molto è aperto. Salta, però, all'ultimo l'inaugurazione della mostra "Raffaello"

Con la notizia di ieri, si torna a programmare lentamente il tempo libero in alcune grandi città italiane considerate focolaio del Coronavirus.

Milano, ad esempio, riapre oggi alcuni suoi siti. Come ha spiegato il vicepresidente della Lombardia, Fabrizio Sala, cinema e teatri rimangono chiusi ma il Duomo e diversi musei riaprono, sebbene “a numero chiuso”.

Quindi gli spazi espositivi riaprono, ma con gruppi di poche persone per far sì che ognuno possa avere “la distanza di sicurezza” da altri soggetti. Per la precisione, oggi, 3 marzo, aprono il Castello Sforzesco, Pinacoteca di Brera, il Museo della Scienza e della Tecnica Leonardo da Vinci, la Galleria d’Arte Moderna.

Molte strutture, per mostrarsi al pubblico pur rimanendo chiuse, nei giorni scorsi hanno aderito all’iniziativa #museichiusimuseiaperti  pubblicando foto, storie e post sui social per “far vivere” opere d’arte e attività da tempo non visibili.

A Torino, tutto (o quasi) aperto da ieri. Il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e l’assessore alla sanità Luigi Icardi lo hanno annunciato nel week end. Hanno avuto il permesso di riaprire musei, discoteche, cinema con posti alternati – una poltroncina sì e una no ma anche le piscine con uso di spogliatoi.

A Roma, dove tutti gli spazi culturali e del divertimento pareva fossero immuni da chiusura, invece, adagio adagio si devono adeguare all’andamento nazionale. Ha riaperto la chiesa di San Luigi dei Francesi, celebre in tutto il mondo per i dipinti di Caravaggio su San Matteo.

Annullata, invece, e di botto l’inaugurazione (prevista per la sera del 4) della grandiosa e laboriosissima mostra “Raffaello” alle Scuderie del Quirinale. Una scelta dettata sicuramente dal rispetto per la salute pubblica. Certo è che tutto il mondo guarda a questa mostra come ad un’occasione epocale e non è da escludere che l’improvviso blocco (di una sola sera!) possa trasmettere ulteriori timori e nuove inopportune defaillance turistiche e non solo. Dal giorno 5, comunque, Raffaello riaprirà i battenti!

Sempre nella Capitale tutte le prime teatrali sono in forse fino all’ultimo momento. I ben informati ci confermano che i biglietti (come per i cinema) vengono acquistati solo dietro “garanzia” di NON avere altri spettatori di fianco.

Massimo rispetto per tutte le opinioni e le paure ma questi comportamenti estremi e davvero sconclusionati ci danno la misura di quanto poco siamo informati e di quanta poca programmazione ci sia in tante scelte che vediamo in questi giorni.

Molte decisioni sembrano prese sotto l’effetto dell’impulsività senza che, prima, ci sia stato un confronto con gli esperti del settore. Ci pare di capire che gli Italiani, a questo punto e con ogni diritto, si aspettino delle decisioni comuni (lasciamo da parte il concetto di comunitarie) chiare e nette, senza tentennamenti ed escamotage

Nessuno nega la gravità del momento e delle possibili conseguenze che ne possono derivare ma, così facendo stiamo lentamente andando verso la realizzazione di quella sfortunatissima uscita del presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana che, con enfasi paragonò le future azioni contenitive Italiane a quelle messe in atto per Huan.

Ci pare di capire che gli Italiani, a questo punto e con ogni diritto, si aspettino delle decisioni comuni (lasciamo da parte il concetto di comunitarie) chiare e nette, senza tentennamenti ed escamotage. Se guerra al virus deve essere; guerra sia. Purchè venga dichiarata ed annunciata!

Oggi come oggi qualunque ipotesi può essere sia valida che l’esatto contrario. Certo il virus è “sconosciuto” con grandi capacità di modificazione e soprattutto ci trova impreparati sia dal lato conoscitivo che medico.

Non si può più traccheggiare. Ne va della nostra immagine Nazionale, della nostra economia e dei rapporti interpersonali.

Anna Ricca e Onelia Onorati

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