In Italia restano nel mercato le protesi al seno ruvide

In Francia sono state ritirate perché collegate all'insorgenza di un raro tumore

photo credit: salute.gov.it

Nessun ritiro dal mercato italiano delle protesi al seno testurizzate, o ruvide, collegate all’insorgenza di un raro tumore, il linfoma anaplastico a grandi cellule Alcl.

“Non si ravvedono motivazioni sufficienti per raccomandare il ritiro dalla disponibilità commerciale delle protesi testurizzate e non si pone indicazione alla rimozione della protesi liscia o testurizzata in assenza di sospetto clinico di Bia-Alcl”, dichiarano dal ministero della Salute, alla luce del parere fornito dal Consiglio superiore di sanità (Css) sulla questione.

Sono queste le principali conclusioni del parere fornito dal Css, afferma il ministero, “a seguito della richiesta pervenuta dalla ministra Grillo dopo il ritiro delle protesi testurizzate da parte dell’Autorità francese, nonché di un primo caso italiano di decesso per Alcl in paziente impiantata con protesi mammarie testurizzate” nelle scorse settimane. Grillo ha inviato una circolare alle Regioni che recepisce le indicazioni del Css e prevede una rete di centri di riferimento per i pazienti.

“Ringrazio – precisa la ministra – tutti i membri del Css e coloro che sono stati auditi dal gruppo di lavoro appositamente istituito, per aver messo a disposizione del ministero un parere tecnico scientifico indipendente che affronta la questione delle protesi testurizzate e della correlazione con l’insorgenza del linfoma anaplastico a grandi cellule, dando un fondamentale supporto agli operatori della salute, alle società scientifiche, alle Regioni e agli organismi deputati alla vigilanza su questa delicata materia”.

Il ministero, attraverso la circolare, oltre a mettere a disposizione il parere del Css, conferma l’importanza di effettuare regolari controlli e raccomanda ancora una volta ai medici l’importanza della diagnosi precoce per garantire la salute dei pazienti impiantati. Occorre infatti, afferma il ministero, “implementare una più efficace rete di informazione, prevenzione e controllo, affinché i pazienti siano informati su tutti gli aspetti che riguardano l’impianto delle protesi. In proposito occorre sottolineare lo sforzo del ministero per mettere a disposizione di tutti gli operati il registro nazionale di patologia”.

Il ministero ricorda inoltre l’obbligo che il medico chirurgo ha di informare i pazienti o soggetti candidati a un impianto con protesi mammarie, per ragioni estetiche o ricostruttive, di tutti i benefici e potenziali rischi connessi all’utilizzo di tali dispositivi. Si ribadisce, inoltre, la necessità di informare i pazienti ed i soggetti del rapporto rischio-beneficio derivante da tale protesi. Si conferma anche l’importanza di effettuare regolari controlli ed il ministero raccomanda ancora una volta ai medici l’importanza della diagnosi precoce per garantire la salute dei pazienti impiantati.

Tra le raccomandazioni del Consiglio, infine, l’individuazione dei centri di riferimenti di secondo livello – quelli che vengono interpellati in caso di necessità di una seconda opinione – che potranno offrire ai pazienti e agli operati dei vari territori tutto il supporto necessario

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