La Dad contro l’occupazione. È la scelta di una dirigente scolastica di Roma che dopo l’occupazione ha subito attivato la didattica a distanza: chi non partecipa sarà segnato assente. Succede al Liceo scientifico Nomentano di Roma. La preside Giulia Orsino da oggi ha scelto la Dad per garantire “il diritto allo studio”. “In attesa di poter riprendere le lezioni in presenza, a causa dell’occupazione dei tre edifici scolastici, al fine di garantire il diritto allo studio di coloro i quali si sono dissociati dall’occupazione. Vi comunico che le lezioni riprenderanno in modalità a distanza da mercoledì 24 novembre – scrive al dirigente in una circolare interna – I docenti comunicheranno agli studenti il link per le lezioni. Potranno collegarsi gli studenti che non sono impegnati nell’occupazione della scuola. Interrogazioni e verifiche scritte saranno rinviate al rientro in presenza”.
Intanto l’Associazione nazionale presidi (Anp) si dice pronta al dialogo con gli studenti, ma chiede responsabilità. “Conosco la scuola da molto tempo – dichiara Mario Rusconi, presidente ANP-Roma, all’Ansa – da più di trent’anni intorno agli inizi di dicembre osserviamo quello che definisco il rito stanco dell’occupazione delle scuole statali da parte di minoranze studentesche. Esigue minoranze di alunni che per velleità politiche, più che per portare avanti gli interessi collettivi, si esercitano in queste prove di forza”.
“In una fase così delicata per il nostro Paese, la nostra economia, l’occupazione, le trasformazioni sociali in atto, ci aspetteremmo dai giovani, che si stanno preparando a prendere in mano e guidare il nostro futuro, maggiore consapevolezza e collaborazione. Proprio per questo come presidente dell’associazione dei presidi di Roma chiedo loro un incontro pubblico per ragionare sui reali problemi che affliggono la scuola, tralasciando gli slogan che possono creare rumore per una settimana ma poi non lasciano traccia. Un incontro tra una delegazione di presidi, quella degli amministratori degli EE. LL e quella degli studenti che possa lanciare un manifesto di proposte realizzabili a medio e breve tempo. I presidi e gli insegnanti nelle scuole tengono al futuro dei giovani e delle famiglie, non sono contrari al dialogo e al confronto se può portare buoni frutti per la società”.
Continua sempre Rusconi: “Ai politici e agli amministratori locali chiediamo uno sforzo non di solidarietà nei confronti di queste giovani generazioni, sapendo che domani sarà tutto finito nel dimenticatoio, ma uno slancio autorevole nel fare da subito le cose di cui la scuola da troppo tempo necessità”. Infine conclude sempre Rusconi: “Siamo nella fase post covid e di ricostruzione del paese, l’aumento dei contagi con assembramenti incontrollabili nelle scuole può peggiorare la situazione in generale, i danni che inevitabilmente sono prodotti da queste occupazioni ricadono come costo pubblico su tutti noi. Allora ci chiediamo che senso abbia tutto questo”.