Long Covid: bimbi, mal di testa per 30 giorni e attacchi di panico

Uno studio del Bambino Gesù e altri Istituti su tutta quella sfera di disturbi che colpiscono i giovanissimi che hanno sconfitto la malattia, e i risultati sono inquietanti.

II picco è passato. Ora arrivano gli strascichi. E cioè Long Covid. Nei bambini si aggiunge anche il rischio di Mis-C, ovvero la sindrome infiammatoria multisistemica. «La conseguenze sono molto più gravi e molto più frequenti di quanto si tende a credere», spiega a ’’La Repubblica’’ Andrea Campana, responsabile del Covid center del Bambino Gesù di Palidoro.

Nulla a che vedere con quell’incidenza del 2% di Long Covid tra i bambini, che è stata stimata in alcuni studi che però si riferiscono a ondate precedenti. Il Bambino Gesù, con altri due istituti, sta portando avanti ricerche su tutta quella sfera di disturbi – a volte anche difficilmente catalogabili – che colpiscono i giovanissimi che hanno sconfitto la malattia, e i risultato sono inquietanti.

«I primi dati, che sottolineo sono preliminari e ancora approssimativi, indicano un’incidenza di Long Covid tra il 10% e il 30% dei totale dei casi – dice Campana – e non mi riferisco ai soli casi gravi, non parliamo di bambini che sono stati ricoverati, ma anche di chi ha avuto un decorso clinico paucisintomatico o addirittura asintomatico».

E dopo un mese, gennaio, in cui si sono verificati la metà di tutti i casi di Covid under 19 dall’inizio della pandemia (dal 6 gennaio al 2 febbraio, in tutta Italia ci sono stati 1.150.137 nuovi positivi tra giovani sui 2.332.231 casi totali), il colpo di coda di Omicron, nei più piccoli, rischia di trasformarsi in una nuova epidemia.

Difficile stabilire cosa, esattamente, sia il Long Covid e perché si verifichi con una cosi alta incidenza nei giovanissimi: l’obiettivo della ricerca in corso è proprio stabilire se esistono delle condizioni preesistenti che ne aumentano le probabilità.

«Solo oggi ho ricevuto quattro chiamate da parte di adolescenti, guariti, ma con cefalee persistenti da oltre 30 giorni. Poi ci sono i bambini che hanno dolori intercostali, che vanno sempre seguiti con attenzione perché possono essere la spia di miocarditi, e quelli con dolori addominali che non passano. Per non parlare degli attacchi di panico, la fatica cronica, i disturbi ansioso-depressivi, l’incapacità a ritrovare la concentrazione o disturbi del comportamento – continua il primario -. Ci contattano famiglie preoccupate che il loro bambino sia diventato autistico, dopo il Covid».

Il Long Covid non ha una cura, se non la terapia del dolore, oppure un supporto psicologico, peraltro già raccomandato per i bimbi che hanno dovuto subire lunghi ricoveri. A rendere il quadro ancora più preoccupante è la Mis-C, una forma infiammatoria che colpisce diversi organi tra cui il cuore.

«Nelle scorse ondate la vedevamo di più tra gli adolescenti, dai 12 anni in più, adesso invece colpisce i piccolini sotto i 10» prosegue Campana. I casi di Mis-C che il medico si è trovato a gestire nel suo reparto sono stati 40 su 949. Un bambino ricoverato ogni 23 ha sofferto della malattia, che arriva tra le due e le quattro settimane dopo la guarigione.

«Dobbiamo mantenere un livello di attenzione massima – conclude Campana – per i prossimi mesi, soprattutto monitorare l’insorgere di nuove varianti più aggressive, che già sappiamo che colpiranno i bambini più piccoli, i non vaccinati».

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