Monti Lucretili, 112 vette in 4 anni: l’impresa di due escursionisti romani

Fernando Marini e Giovanni Rispoli sono i primi ad aver scalato le cime del parco naturale nel preappennino laziale

Fernando Marini e Giovanni Rispoli

In quattro anni hanno conquistato 112 delle complessive 114 cime del parco naturale regionale dei Monti Lucretili. “Le ultime due cime le abbiamo risparmiate perché è assolutamente vietato salirvi in quanto vi nidifica l’aquila”. Lo dicono ad Agenzia Nova i protagonisti dell’impresa mai tentata da altri, Fernando Marini e Giovanni Rispoli entrambi di Roma e appassionati di montagna e di escursioni.

“La nostra ‘caccia’ alle vette si è conclusa con la conquista dell’ultima cima che era la Cima del Colle del Papa”. Ore ed ore di cammino in una natura incontaminata e che qualche volta, oltre a bei panorami ha regalato anche piacevoli incontri.

“Sul colle del Serrone – dicono gli esperti escursionisti- abbiamo avvistato un lupo, sul colle della Capannola, invece un daino. È difficilissimo avvistare questi animali nel parco a differenza dei cinghiali che si incontrano spesso”. Il Parco, in parte ancora incontaminato, si trova sulla dorsale calcarea del preappennino laziale e si estende per 18mila ettari. Le vette più alte sono Monte Pellecchia (1368 m) e Monte Gennaro (1271 m), si stagliano ben visibili a Nord Est di Roma. Il territorio del parco comprende 13 comuni che appartengono alle province di Roma e Rieti.

“Tramite la carta escursionistica del Parco abbiamo preso tutte le vette presenti e certificate dal parco che in totale sono 114, noi ne abbiamo conquistate 112, abbiamo lasciato fuori dall’elenco le 2 vette che si trovano nella zona della Riserva integrale assoluta del Fosso di Castiglione dove nidifica l’aquila reale. Il Parco è famoso per le 2 vette principali che sono meta di migliaia di escursionisti, il Monte Zappi meglio conosciuto come il Monte Gennaro e il Monte Pellecchia che è anche la vetta più alta del Parco 1.368 metri.

Tranne le 10 vette principali del Parco che si possono raggiungere con sentieri segnati dal Cai, il resto delle vette sono quasi impossibili da raggiungere per via dei rovi, alberi caduti, fossi” e per questo “in questi anni abbiamo riportato più ferite che un reduce dalla guerra” dicono scherzando. “Ci siamo fatti largo tra la vegetazione con qualsiasi mezzo a nostra disposizione, senza contare i cinghiali che si nascondono nella macchia più sperduta del Parco. Il 95% delle vette le abbiamo prese senza seguire sentieri. Siamo stati -dicono orgogliosi- i primi in assoluto a salire tutte le vette del parco”. Ma la loro passione per la natura ancora non è sazia. “Adesso stiamo portando a termine anche il percorso di tutti i sentieri del parco; siamo a 52 su 59, e stiamo mappando i tantissimi fontanili che vi si trovano”.

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