Papa Francesco è anche vescovo di Roma, e oltre al suo ruolo pastorale, una cosa lo lega alla città eterna: la cucina, e in particolar modo la pizza e la pasta. Certo, ora mangia a Santa Marta, assieme agli altri ospita della Casa, ma quando era un semplice cardinale o vescovo amava frequentare i ristorantini romani economici o le pizzerie attorno al Vaticano. Dieci anni di pontificato lo hanno sempre più legato a Roma.
La visita a Corviale e il ricordo del papà non credente
Papa Francesco è comunque una sorta di parroco dei parroci di Roma. Venerdì sarà a Santa Maria delle Grazie al Trionfale, per una celebrazione penitenziale. Ma fino a quando le gambe lo assistevano amava frequentare le chiese della Capitale. In tanti ricordano la visita del pontefice a Corviale nel 2018. Francesco rassicurò Emanuele, che, nel momento di rivolgergli la sua domanda, scoppiò a piangere perché aveva perso il padre, non credente. Bergoglio rispose così: Quel papà “non aveva il dono della fede ma ha fatto battezzare i suoi figli, questo a Dio è piaciuto tanto”.
A Tor Bella Monaca per essere vicino ai poveri
Tre anni prima, era andato a Tor Bella Monaca, e aveva sentenziato: “La gente di Tor Bella Monaca è buona ma ha soltanto un difetto, lo stesso che avevano Gesù, Maria e Giuseppe: essere poveri, la povertà”, ma “la differenza è che Giuseppe e Gesù avevano un lavoro mentre tanta gente non ha nemmeno da dar da mangiare ai figli e voi lo sapete“. Insomma, anche nelle sue visite alle parrocchie in questi dieci anni di pontificato, Francesco ha sempre preferito andare in periferia. E poi, come dimenticare, i tanti pranzi con i poveri, o l’azione dell’Elemosineria da lei voluta nei confronti dei senza tetto.
Le attenzione di Papa Francesco per il Vicariato
Più freddo e formale invece il rapporto con la diocesi di Roma, il Vicariato. Un mese fa Papa Francesco ha nominato un organo di controllo interno chiamato a verificare “l’andamento amministrativo, economico e di lavoro” della diocesi. Il Pontefice era già intervenuto con la Ecclesiarum Communione, la costituzione apostolica, pubblicata il 6 gennaio, con la quale aveva “riorganizzato” il Vicariato di Roma, sottoposto lo scorso anno ad un audit interno su alcuni aspetti dell’amministrazione e delle procedure. Insomma, il Papa vuole che il Vicariato sia efficiente al 100%, in vista del Giubileo.