La classifica sulla qualità della vita nelle province italiane, stilata dal Sole 24ore, giunta alla sua 36esima edizione, premia anche quest’anno le città del nord Italia. Al primo posto troviamo Trento, in un podio tutto alpino con Bolzano al secondo e Udine al terzo. E tutta la top ten premia i territori settentrionali, incluse le aree di Bologna (quarta) e Milano (ottava). Reggio Calabria ancora in coda mentre Roma scala 13 posti e si piazza al 46esimo posto.
L’indagine fotografa il benessere nelle province italiane con 90 indicatori divisi in sei categorie: ricchezza e consumi; affari e lavoro; ambiente e servizi; demografia, società e salute; giustizia e sicurezza; cultura e tempo libero. In cima al podio province di piccola taglia come Bergamo (quinta, vincitrice nel 2024), Treviso (sesta, con il record di posizioni risalite: +18), Verona (settima), Padova (nova, che ritorna tra le prime 10 dopo 30 anni di assenza: era nona nel 1994) e Parma (decima). A trionfare, come già in passato, è in particolare il versante nord-orientale della penisola.
Le città metropolitane registrano un miglioramento diffuso rispetto all’edizione 2024, solo due su 14, Bari e Catania, calano di posizione rispetto all’indagine dell’anno scorso, mentre altre due (Firenze, 36ma, e Messina, 91ma) risultano stabili. La competitività di questi territori sul piano degli affari e del lavoro, ma anche l’attrattività su quello degli studi e dell’offerta culturale, contribuiscono dunque a mitigare la presenza di disuguaglianze accentuate che rende queste aree più esposte alla polarizzazione interna. A guidare la risalita con un avanzamento di 13 posizioni è Roma, che si piazza 46ma, mentre Genova sale di 11 gradini arrivando al 43mo posto. In miglioramento anche le già citate Bologna, che rimane tra le prime dieci ma a +5 sul 2024, e Milano (+4), che torna in top 10 piazzandosi all’ottavo posto. Torino sale di una posizione (57ma). La prima area metropolitana del Mezzogiorno, inteso nella sua accezione più ampia che comprende anche le isole, è Cagliari, che sale di cinque posizioni e si piazza 39ma, seguita da Bari (67ma, ma in calo di due posizioni), Messina (91ma), Catania (96,ma, in calo però di 13 posizioni), Palermo (97ma) e Napoli (104ma) e Reggio Calabria, ultima per il secondo anno consecutivo. Rimane forte il divario tra Nord e Sud: una spaccatura geografica che, in 36 edizioni della qualità della vita, non ha accennato a sanarsi, nonostante i punti di forza del Mezzogiorno nella demografia, nel clima, nel costo della vita decisamente più accessibile, e i fondi (inclusi quelli del Pnrr) che negli anni hanno contribuito a dare una spinta alle imprese e al Pil di questi territori. Le ultime 22 classificate, infatti, continuano a essere province meridionali.