All’ospedale Bambino Gesù di Roma un minore su tre è ricoverato per disturbi alimentali. A scriverlo oggi è Il Messaggero, riportando uno studio – pubblicato sulla rivista scientifica Italian journal of Pediatrics – degli studiosi del Bambino Gesù e dell’Istituto superiore di Sanità. Per gli studiosi la pandemia di Covid-19 ha provocato restrizioni che hanno avuto un impatto negativo sull’attività fisica e sul comportamento alimentare, con una maggiore vulnerabilità verso bambini e adolescenti affetti già da disturbi alimentari pre-esistenti e che sono più sensibili allo stress sociale.
Secondo alcune proiezioni della dirigente dell’Unità operativa semplice di Alta complessità assistenziale del Bambino Gesù (il reparto dove uno su tre è ricoverato per disturbi alimentari), Maria Rosaría Marchili, si stimano a Roma circa 35.000 tra bambini e adolescenti che hanno un qualche disturbo del genere, come bulimia e anoressia.
Numeri molto alti che comunque evidenziano anche la presenza di un sommerso che ancora si nasconde tra le mura domestiche, dove possono esserci genitori che si rendono conto solo quando è davvero troppo tardi di sintomi molto strani ma che palesano un malessere da trattare.