Sono quasi 290.000, a Roma, le persone con diabete e quindi con un rischio maggiore di avere ictus, infarto, amputazioni e perdita della vista. Sono circa tre quarti di tutti i diabetici residenti nel Lazio, sono spesso socialmente svantaggiate e risiedono per lo più nelle aree periferiche. E’ quanto emerge dal ‘Roma Cities Changing Diabetes Report’, presentato oggi in Campidoglio.
Per migliorare la prevenzione e la cura del cosiddetto ‘diabete urbano’ sono state poste oggi le basi per un Action Plan triennale capitolino. Le aree cittadine con prevalenza maggiore di diabete sono caratterizzate da più bassi livelli di scolarizzazione, più alti livelli di disoccupazione e da un’elevata percentuale di residenti che si muovono in macchina.
Dall’analisi, afferma Ketty Vaccaro – coordinatore di Roma Cities Changing Diabetes e responsabile Area Salute e welfare Fondazione Censis – “sono emersi ostacoli alla prevenzione, al benessere e al controllo della malattia legati alla dimensione urbana e al contesto di vita”.
Il progetto internazionale Cities Changing Diabetes, con il contributo dell’azienda farmaceutica Novo Nordisk, coinvolge una ventina di metropoli, come Buenos Aires, Città del Messico, Pechino, Vancouver.
“Ad oggi sono stati coinvolti 140 esperti, che hanno permesso di far sì che lo studio condotto su Roma, abbia caratteristiche di impostazione metodologica ben definite” dichiara Federico Serra, direttore Cities Changing Diabetes Italia. Parte ora la realizzazione di un Action Plan triennale, “che possa indicare le azioni per arrestare lo sviluppo di obesità e diabete tipo 2 a Roma”.
Tra gli obiettivi, investire sulla mobilità sostenibile ma anche su un maggiore coinvolgimento delle farmacie. “Infine, stili di vita più adeguati possono essere promossi attraverso un aumento nelle aree più svantaggiate delle infrastrutture a basso costo, che facilitino lo svolgimento di attività fisica. Queste sono le premesse su cui si dovrà fondare l’action plan”, conclude Andrea Lenzi, presidente dell’Health City Institute.