Sanità: al Gemelli si parla di diabete, le nuove cure che proteggono cuore e reni

Oggi e domani presso l'aula Brasca la seconda edizione del convengo "Al cuore del diabete"

Nuove terapie per il diabete, con farmaci multitasking che controllano la malattia ma proteggono anche reni e cuore, organi maggiormente esposti ai danni collaterali. Se ne parla al Policlinico universitario Agostino Gemelli Irccs di Roma nella seconda edizione del convegno “Al cuore del diabete”, che si terrà domani, sabato 11 marzo e domenica 12, nell’aula Brasca.

“Alcuni farmaci studiati inizialmente per il diabete – spiega il responsabile del Centro di malattie endocrine e metaboliche di Fondazione Policlinico Gemelli Irccs, Andrea Giaccari – danno una significativa protezione cardiovascolare; più di recente si è scoperto che conferiscono anche un’ottima protezione renale, e questo nelle persone con e senza diabete”.

Viste le novità emerse nell’ultimo anno, dunque, l’edizione 2023 di questo congresso è co-organizzata dalla Società italiana di diabetologia (Sid), dalla Società italiana di cardiologia (Sic) e dalla Società italiana di nefrologia (Sin). “Al cuore del diabete – prosegue Giaccari, co-direttore scientifico del congresso insieme ad Angelo Avogaro e Agostino Consoli – ci offre l’occasione ogni anno di presentare le ultime novità di settore, anche se ci rendiamo conto, una volta stilato il programma, che le cosiddette novità ci galoppano dietro perché questo è un campo in rapidissima evoluzione”. E infatti già si guarda avanti ai nuovi farmaci, che si spera di prossimo arrivo, come la tirzepatide, già disponibile negli Stati Uniti. “Si tratta – sottolinea Giaccari – di un farmaco che si somministra per iniezione sottocutanea settimanale, attraverso una speciale penna preriempita che ha dimostrato eccellenti performance negli studi sul diabete e sull’obesità. Tirzepatide è un dual agonist (analogo recettoriale di Glp1 e Gip); sarà il primo ad arrivare sul mercato ma non resterà l’unico a lungo”.

“Sono infatti moltissimi – prosegue – gli analoghi misti in via di sviluppo, non solo doppi ma anche tripli (Glp, Gip e glucagone). E per quanto riguarda le indicazioni, queste potrebbero presto ampliarsi alla steatoepatite non alcolica (Nash). Quindi, nei nostri congressi in futuro andremo a ospitare con tutta probabilità anche i gastroenterologi. Un’altra molecola molto promettente nel campo del diabete e delle sue complicanze cardiovascolari e nefrologiche è il finerenone, un antagonista dei mineralcorticoidi che dovrebbe andare ad arricchire a breve il nostro armamentario terapeutico”. È insomma un momento di grande fermento per il trattamento del diabete e delle sue complicanze, ma anche per quello della malattia renale cronica e dell’insufficienza cardiaca, anche nella popolazione non diabetica, grazie a questi farmaci multitasking. Farmaci preziosi per il trattamento del diabete, patologia che inquina tutti gli organi. “Il diabete – spiega Giaccari – è un fattore di rischio per tante altre malattie e questi nuovi farmaci si sono dimostrati in grado di arrivare quasi a dimezzare il rischio delle patologie renali e cardiovascolari correlate al diabete. È dunque molto importante conoscerli, per poter scegliere il migliore da adattare al singolo paziente”.

Allargando lo sguardo alla medicina generale e al territorio, la recente introduzione della nota 100 da parte di Agenzia italiana del farmaco (Aifa) rappresenta una vera e propria rivoluzione in questo campo; la prescrizione di questi farmaci innovativi fino a qualche tempo fa era infatti preclusa ai medici di famiglia e questo significava che le persone con diabete non potevano essere trattate con queste terapie, a meno che non fossero in cura presso i centri diabetologici o da uno specialista. “Ma sappiamo purtroppo – evidenzia il professor Giaccari – che al momento i centri di diabetologia riescono ad assistere meno della metà di tutta la popolazione diabetica. La nota 100, sdoganando la possibilità di prescrizione di questi farmaci innovativi da parte del medico di famiglia è venuta in parte a colmare questa discrepanza di trattamento”. Ma c’è naturalmente ancora molta strada da fare e l’equità di accesso ai nuovi farmaci non è del tutto realizzata. “Mentre noi specialisti siamo arrivati alla fine di questo percorso, dopo dieci anni di studi – conclude Giaccari – nel corso dei quali è stato introdotto in media un farmaco nuovo ogni anno, i medici di famiglia si trovano all’improvviso davanti un armamentario di 10 farmaci nuovi da poter prescrivere. C’è dunque bisogno di fare tanta formazione e noi siamo pronti a fare la nostra parte”.

Il convegno “Al cuore del diabete” porterà al Gemelli i rappresentanti di tre società scientifiche nazionali e il gotha italiano nel campo di diabete, cardiologia e nefrologia. Ma non sarà un congresso top-down. Il format proposto è infatti quello dell’open forum; le relazioni degli “opinion leader” saranno infatti aperte alle considerazioni di molti altri esperti, chiamati a discutere le idee esposte.

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