A scuola non mancano solo gli insegnanti, ma anche i libri di testo. Ci sono ritardi nelle consegne, mentre alcuni titoli devono ancora andare in stampa. Non sembrano avere fine i disagi per gli studenti, tornati in classe dopo tre giorni di stop causa elezioni. Lo denuncia ‘’Il Corriere della Sera’’ che ha intervistato il presidente del sindacato librai.
E i liceali hanno scritto al prefetto di Roma, Matteo Piantedosi, per chiedere la fine degli ingressi scaglionati. Due testi scolastici su dieci non sono ancora nello zaino. A lanciare l’allarme è Guido Ciarla, presidente a Roma del Sindacato italiano librai (Sii) di Confesercenti: «Tutti gli anni ci sono ritardi, e quest’anno la situazione è più grave e non ne vediamo la fine».
Per fare un esempio, nella libreria Valente, zona Centocelle, si attendono ancora più di duemila volumi. I librai devono dunque fare i conti con i pellegrinaggi di ragazzi e genitori «arrabbiati» per i testi Scuola, manca ü 20% dei libri «Alcuni ancora da stampare» mancanti.
«Ma non è colpa nostra», tiene a precisare Ciarla. I ritardi sarebbero a monte della catena di produzione. A spiegarlo è proprio il presidente del Sii: «Prima c’era tempo fino a maggio, quest’anno invece il governo ha dato agli insegnanti un mese in più per scegliere i libri da adottare. Di conseguenza è slittata anche la produzione. Inoltre, manca la carta e ci sono problemi nella distribuzione».
Proprio quest’ultimo punto è tra i più complessi: «La stampa – spiega – è calibrata sulle richieste. Se un distributore in una regione ne acquista più del fabbisogno effettivo, un altro territorio ne rimarrà sprovvisto». Un risultato è che spesso i libri ci sono, ma non dove dovrebbero.
Lo stesso meccanismo, secondo Ciarla, riguarda anche il colosso delle vendite online: «Gli editori vendono i libri ad Amazon e noi, che ne rimaniamo sprovvisti, siamo costretti a comprarli online per mantenere il cliente, ma senza nessun guadagno».
Una «speculazione» denuncia il sindacato che chiede la riforma del settore. Se ne discuterà in un convegno l ’11 ottobre. In attesa dei libri, gli studenti chiedono di eliminare gli ingressi scaglionati o in alternativa ritornare ai 50 minuti di lezione, anziché l’ora piena.
L’appello è arrivato sulla scrivania di Piantedosi, attraverso una lettera firmata dalla Rete degli studenti medi. Secondo un sondaggio del sindacato studentesco, il 50,6% degli istituti superiori non applicherebbe più la riduzione dell’orario. Tra le richieste c’è anche il potenziamento del trasporto pubblico.