Partenza lenta per abbigliamento e ristorazione.
Le grandi catene lamentano di essere state tagliate fuori dagli aiuti. I ferramenta chiedono di aprire prima la mattina. Meglio gelaterie, bar e pizza a taglio. A ritmi serrati invece i parrucchieri.
A una settimana dalla fine del lockdown, il commercio romano fa un primo bilancio. E tra orari da rimodulare e movida da controllare, il settore cerca di aggiustare una coperta ancora troppo corta. «Sento la responsabilità di questa ripresa molto complicata che avrà bisogno di un collaudo e aggiustamenti in corso d’opera», dice a ‘’La repubblica’’ l’assessore al Commercio capitolino, Carlo Cafarotti, che anche ieri ha incontrato le associazioni di categoria per capire i punti deboli del piano che ci sta traghettando verso la Fase 3.
Secondo un ultimo sondaggio di Confcommercio, il 75% delle attività ha tirato su la saracinesca. Ma molte catene che non sono riuscite a rientrare negli aiuti sul reddito di imposta non hanno riaperto.
Impossibile pagare gli affitti con incassi ai minimi storici. «Tutte le maggiori catene sono ad alto rischio perché estromesse dagli aiuti statali – spiega David Sermoneta, presidente dell’Associazione piazza di Spagna. L’errore di valutazione è che non si è tenuto conto di come il fatturato di queste realtà è la sommatoria di tanti piccoli rami d’azienda che singolarmente avrebbero potuto accedere ai fondi».
Così, molte boutique restano chiuse. «Diciassette solo su via Frattina», racconta Pietro Farina direttore di Confcommercio. «Molto probabilmente ferramenta, autoricambi, concessionari auto e negozi di vernici potranno aprire prima delle 11», spiega Cafarotti. E questo per venire incontro a chi lavora nei cantieri ed attacca presto la mattina.
Confesercenti chiede anche di anticipare l’apertura di librerie e cartolerie.
Ztl libera per tutta l’emergenza. Per salvare il centro, orfano dei turisti, i commercianti hanno chiesto a Cafarotti un suo intervento, insieme con l’assessore alla Mobilità, Pietro Calabrese, per scongiurare l’attivazione dei varchi elettronici.
Da ieri sono scaricabili online i documenti per richiedere il 35% in più di occupazione di suolo pubblico per i locali che vivono di somministrazione.
Ma la movida nella Fase 2 è la sorvegliata speciale! E fa paura. «Stiamo facendo uno sforzo immane e a breve ci saranno altri soggetti, oltre ai vigili, a controllare piazze e strade», dice Cafarotti.
Si sta pensando a un’ordinanza antialcol che vieti la somministrazione di birre e alcolici dopo le 23 o dopo la mezzanotte nelle zone a più alta intensità di movida.
Il Campidoglio segue l’evoluzione dell’emergenza sanitaria e i comportamenti del popolo dell’aperitivo. Pratiche in stand by tra le richieste a Cafarotti da parte della Federazione dei mediatori e degli agenti d’affari: lamentano come alcuni uffici comunali non riescano più a lavorare le pratiche cartacee. «Per colpa dello smartworking richiedere documenti o atti d’archivio, è un’impresa impossibile».