I romani sono innamorati della pioggia. A meno che non abbiano bisogno di prendere la macchina (appena lavata) o di evadere per un’oretta dal caos di cemento sgambettando su qualche argilloso campo da tennis. Non c’è modo migliore per sputare fuori dai polmoni la massa inquinata che permea la città da settembre a luglio. La pioggia di maggio ha un sapore particolare, non tutti ci fanno caso. Gli addetti ai lavori degli Internazionali BNL d’Italia, gli assidui frequentatori e gli astri della racchetta la temono al pari di una medicina che nessuno da bambino voleva prendere.
Ma c’è una cosa che l’acqua piovana non può stemperare. Parlo dell’euforia che sta caratterizzando il torneo grazie alle ottime prestazioni dei nostri portacolori, soprattutto al maschile. Fognini, Berrettini, Cecchinato, Sonego e Baldi hanno iniziato nel migliore dei modi e poco importa se non saranno in grado di conquistare il titolo del Masters 1000. Finché il tempo (in tutti i sensi) permette ( e oggi non lo ha permesso tanto che le gare sono state sospese) non si può perdere l’occasione di tifarli nelle lucenti cornici dello stadio Centrale e del Pietrangeli, un gioiello ritenuto da molti l’arena più bella del mondo.
Nelle giornate di mercoledì e giovedì sono previsti gli appuntamenti top. La presenza del più grande tennista di sempre sulla terra rossa basterebbe. Rafa Nadal a parte – che abbiamo visto molto asciutto rispetto al passato – potete rifarvi gli occhi con Grigor Dimitrov. Giocasse bendato, il bulgaro colpirebbe comunque con eleganza e naturalezza straordinarie. Poi c’è l’argento olimpico Juan Martin Del Potro. Ci sono Alexander Zverev e Dominik Thiem, finalisti domenica scorsa a Madrid e indiscussi idoli delle teenager. A proposito di Next Gen, segnatevi il nome di Stefanos Tsitsipas, classe 1998. Il biondino ateniese è una bomba, letteralmente, con prime di servizio sopra i 220 km/h.
Anche le parole volano e seguono strane traiettorie. Specialmente quelle che fuoriescono dalle interviste post partita. “L’erba la lasciamo alle vacche” è la perla con la quale il professor Fabio Fognini si candida per una cattedra romana di filosofia. A contendergliela il redivivo Novak Djokovic che chiede candidamente agli astanti la traduzione in italiano di birds e conclude la sua conferenza stampa con una domanda retorica che da secoli non trova risposta certa: “Gli uccelli sono uccelli, no?”.
David V. Messina