Test sierologici anche in 70 centri privati del Lazio

Intervista a Alessio D`Amato, assessore alla Sanità: il nostro indice «Ro» è 0,5. Se toma a 1 dovremo chiudere ancora. Intanto arrivano i test sierologici in tutto il Lazio

 

Come riporta il Corriere della Sera , l’assessore D’Amato conferma «Adesso i test sierologici anche in 70 centri privati del Lazio»

L’assessore alla Sanità: il nostro indice «Ro» è 0,5. Se torna a 1 dovremo chiudere ancora «La parola d’ordine sarà prudenza. E dai primi di maggio test al via».

Anche il Lazio si prepara a «riaprire» per la Fase 2. Delle specifiche parla l’assessore regionale alla Sanità, Alessio D’Amato. Come il Lazio approccerà la Fase 2? «Premesso che siamo in una curva discendete dei contagi e che oggi (l’altro ieri ndr) abbiamo lo stesso numero di casi del 13 marzo, la vera battaglia ora si sposta sul territorio. Sarà una battaglia durissima, ma servirà per individuare precocemente i nuovi casi di positività». Attraverso quali strumenti? «Soprattutto attraverso le Uscar (Unità speciale di continuità assistenziale regionale).

Oggi siamo attrezzati con 20 unità mobili, ma l’obiettivo è arrivare a 40. E poi con i 580 infermieri di distretto. Abbiamo avuto un’ottima risposta da chi si è offerto volontariamente e i 200 mancanti li chiameremo dalle graduatorie del Sant’Andrea».

Cosa ci si aspetta in termini di nuovi contagi? Aumenteranno? Esiste un rischio calcolato? «Questo è un tema che ci preoccupa. Il nostro Ro oggi è inferiore allo 0,5, il che vuoi dire che siamo in sicurezza, ma se dovesse alzarsi, avvicinarsi e superare l’indice 1 sarà un problema. Sorveglieremo costantemente e ci auguriamo che non accada».

Quali sono le raccomandazioni per i cittadini per evitare che i contagi tornino a salire? «La popolazione deve usare la massima attenzione, ma dipende anche dall’uso delle mascherine specie in luoghi chiusi e dal distanziamento sui mezzi pubblici». Un tema che la Regione e il Comune stanno affrontando insieme proprio in questi giorni. «Sarà fondamentale capire quale sarà la strategia migliore anche usando i dispositivi di protezione».

La rete ospedaliera ha retto al primo picco. In una eventuale seconda ondata come potrebbe reagire? «Finora posti letto e terapie intensive sono stati utilizzati al 60%. Siamo stati previdenti e abbiamo predisposto un fabbisogno al di sopra del reale. Poi i 5 Covid hospital resteranno in funzione fino a che non si troverà un vaccino, mentre i reparti torneranno gradualmente al loro setting originario, sempre con uno sguardo attento alla curva dei contagi. Intanto, dal 27 marzo, abbiamo già sospeso i ricoveri al San Camillo, al Pertini e al Grassi».

Per quel che riguarda invece i test sierologici per l’indagine epidemiológica, quando partiranno? «Domani (oggi, ndr) si chiude la gara della Regione per i macchinari. L’attività partirà i primi di maggio su diverse persone: personale sanitario in senso ampio, cioè tutti coloro che lavorano in ospedale, anche gli addetti alle pulizie e le cooperative esterne sui medici di base e i pediatri, e poi sulle forze dell’ordine. Ci aiuterà a capire come il virus è circolato. Pensiamo che si possa concludere entro i primi 20 giorni di maggio».

Per quanto riguarda i privati c’è stata un’apertura? «Anche la sanità privata può aiutare con i test sierologici. L’importante è che anche loro stiano all’interno di un quadro di regole, di scopi e finalità, di metodologie e tetti calmierati dei costi. Saranno 70 a Roma e nel Lazio i centri che saranno individuati dalla Regione. Nei prossimi giorni, finite le ultime indagini dei nostri uffici, la lista sarà a disposizione dei cittadini».

Per chi finora ha applicato prezzi ben diversi da quelli indicati, pari a 45 euro con prelievo venoso e 20 col pie? «Su nostra richiesta è stata avviata un’indagine dell’Antitrust per speculazione».

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