Troppi turisti a Roma, il nuovo trend dei tiktoker: “La visitiamo solo all’alba”

Sveglia presto per ammirare Fontana di Trevi, le piazze deserte e fare la fila per i Musei Vaticani. Nei video postati sul social cinese, i consigli per aggirare gli effetti dell’overtourism

Qualcuno scatta un selfie, altri sbadigliano. Lo scenario è famoso in tutto il mondo, ma c’è qualcosa di strano: è abbastanza raro, in effetti, vedere la Fontana di Trevi vuota, senza il solito mare di turisti alla ricerca di uno spazio per la foto migliore. Il segreto è l’orario. Sono le 5.45 di mattina ed è quello il momento che un’utente TikTok, Bianca Krigovsky, suggerisce per godere al meglio di uno dei monumenti più celebri al mondo. Lo scrive La Repubblica oggi.

Quella della visita mattutina alle attrazioni di Roma per evitare la folla è una strategia ormai piuttosto diffusa, di cui si trovano molti esempi sui social network. C’è chi, come i travel blogger Paige & Sam, suggerisce di arrivare a Piaz za San Pietro non più tardi delle 6, per evitare le file di oltre 2 ore per accedere alla Basilica. Chi, invece, consiglia un itinerario completo di Roma al mattino presto, co me @deals_with_trip, tra l’immancabile Fontana di Trevi, il Pantheon e Piazza Barberini. Dichiara zione d’intenti di un’altra coppia di tiktoker: «Siamo usciti alle 6 del mattino per farci le foto al Colosseo e a piazza di Spagna». Mai sottovalutare le conseguenze dell’overtourism, si potrebbe dire citando un celebre film di Paolo Sorrentino. Ovvero, per far la semplice, quel momento in cui il turismo influenza negativamente un luogo, in particolare la qualità della vita percepita dei cittadini e la qualità delle esperienze dei visitatori. In effetti, dopo lo stop pandemico i numeri del turismo nel nostro Paese sono in crescita costante: i primi dati provvisori del 2023 parlano di un + 45,5% rispetto al 2022 tra gennaio e febbraio, con un + 70,5% di presenze straniere. È una tendenza che precede l’emergenza Covid-19. Secondo un’analisi della Banca Mondiale riportata dal Financial Times, dal 1990 al 2019 il numero di chi viaggia per svago in tutto il mondo è raddoppiato, fino a toccare quota 2.4 miliardi all’anno. Si tratta di un fenomeno complesso, sfaccettato.

A cui, tuttavia, hanno contribuito anche i social media che, secondo uno degli studi scientifici più citati sul tema, creano una sorta di Forno (Fear of Missing Out), la paura di perdersi qualcosa.

In sostanza, tutti possono pubblicare immagini da ogni parte del mondo, noi le vediamo e siamo spinti a cercare un po’ di quella bellezza. In questo contesto, le piattaforme diventano fonti di informazione: secondo un report dello scorso anno dell’agenzia di viaggi Arrivia, 6 ragazzi e ragazze della Gen Z su 10 cercano ispirazione per le vacanze proprio sui social media. E magari nuovi trend, come quel lo che invita a visitare la Capitale all’alba. Se non quando è ancora notte. Il fenomeno, la condivisione social, ha cambiato i connotati di una serie di luoghi nel mondo. An che di quelli che, fino a qualche anno fa, non erano poi così visitati.

Il parco di Mount Storm King, nello Stato di Washington, per esempio ha adottato lo scorso anno un rigido divieto di geolocalizzazione: le foto pubblicate su Instagram avevano contribuito ad aumentare di quattro volte il nu mero di visitatori annuali previsti. A Roma non siamo ancora arrivati a questo punto. Nel nostro Paese, secondo un report del 2019 del World Travel & Tourism Council, è comunque la Capitale la città più a rischio over tourism. Per il momento, però, so lo Venezia sta ragionando su come arginare il fenomeno a livello strutturale: da un po’ di tempo, si parla di un biglietto di ingresso a pagamento per visitare la città. La Città Eterna, in piccolo, ha appena inaugurato l’ingresso a paga mento per il Pantheon per chi non è residente a Roma. Una prima mossa per dare ordine a un settore letteralmente esploso dopo la fine della pandemia.

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