“Voglio pensare al futuro, il passato e’ doloroso, e voglio tornare in Ucraina”. Vadym, dopo operazioni e cure all’ospedale Sant’Eugenio di Roma dove era arrivato gravemente ustionato per avere tentato di salvare la madre dai bombardamenti, oggi e’ stato dimesso e restera’ ancora nella Capitale per recuperare al 100% ma vuole rientrare nel suo Paese il prima possibile: “Voglio tornare in Ucraina e fare un corso di cucina – ha detto Vadym accanto all’assessore alla Sanita’ del Lazio Alessio D’Amato – ora pero’ restero’ un po’ a Roma per vedere qualcosa di piu’ dell’ospedale”. Vadym parla con il sorriso accanto all’assessore e agli operatori, il sorriso di chi e’ riuscito a sopravvivere ma con la commozione e il dolore negli occhi per tutto quello che ha vissuto. Il diciassettenne ai cronisti ha detto di non avere ricordi di quello che e’ accaduto: “Cerco di dimenticare, voglio solo pensare alle cose belle. E’ troppo doloroso parlare”.
Il giovane arrivo’ al S. Eugenio il 13 maggio, trasportato con un volo della Guardia di Finanza, scampato ad un incendio dell’autobus su cui viaggiava insieme alla madre poi morta. Un decorso difficile quello di Vadym: arrivo’ a Roma col 50% del corpo ustionato e poi sottoposto a due interventi chirurgici, il 20 maggio e il 3 giugno, con innesti dermo-epidermici omologhi e autologhi. Nei giorni seguenti ha iniziato la riabilitazione. “Oggi Vadym viene dimesso in ottime condizioni e puo’ riprendere una vita normale”, ha riferito l’Asl Roma 2 dopo le dimissioni. In tutto questo periodo la Asl Roma 2, assieme alla Protezione Civile, si e’ fatta carico di ospitare la zia e il cugino del giovane ucraino, mettendo a disposizione per l’intero periodo un interprete mediatore culturale al fine di garantire il massimo dell’assistenza. Adesso “Vadym verra’ ospitato in hotel insieme con i suoi familiari per almeno due – tre settimane prima di rientrare in Ucraina come da loro auspicato”.
L’assessore alla sanita’ della Regione Lazio, Alessio D’Amato, ha ringraziato il Sant’Eugenio per il lavoro fatto: “C’e’ stato un coinvolgimento di tutti le operatrici e gli operatori. Abbiamo seguito la degenza con un’azione molto importante”, ha detto D’Amato ribadendo che Vadym non sara’ lasciato solo: “Stara’ a Roma insieme alla zia e al cugino, per tutto il tempo che sara’ necessario”, ha sottolineato l’assessore . Vadym non e’ l’unico preso in carico dal Sant’Eugenio. Infatti in questi primi sei mesi del 2022 il Centro Grandi Ustioni ha ricoverato e curato 84 pazienti con un indice di mortalita’ bassissimo pari al 10,7 %. E domani arriveranno al S. Eugenio altri due profughi ucraini che saranno ricoverati presso il reparto di Chirurgia della mano per essere sottoposti a interventi ricostruttivi dei tendini delle mani.