Continua a salire il numero dei casi confermati di vaiolo delle scimmie in Italia, raggiungendo quota 714. Ma se nel nostro Paese non si registra ad oggi alcun decesso legato alla malattia, sono al momento in corso le verifiche per appurare le cause della morte di un uomo italiano di 50 anni, il comandante dei carabinieri Germano Mancini, il cui decesso avvenuto a Cuba è attribuito dalle autorità locali proprio al virus del vaiolo delle scimmie. Sulla vicenda si è attivato il ministero della Salute insieme all’ambasciata italiana, ma gli esperti invitano ad essere cauti in attesa di conferme scientifiche sull’accaduto.
Salgono dunque a 714 i casi dell’infezione in Italia, 52 in più rispetto a una settimana fa. Di questi, rileva l’ultimo bollettino del ministero della Salute, 194 sono collegati a viaggi all’estero. L’infezione continua a colpire quasi esclusivamente i maschi (704) e non sono riportati decessi nel nostro Paese. Tra le Regioni, il maggior numero di casi (308) si è verificato in Lombardia. Intanto, nel mondo, il numero complessivo di casi è prossimo ai 43mila (42.954), secondo il portale attivato dai Centers for Disease Control and Prevention, e sono 95 i Paesi coinvolti. Il maggior numero di contagi (15.432) si è verificato negli Stati Uniti. Seguono Spagna (6.119), Brasile (3.450) e Germania (3.295), mentre ammontano a 12 i decessi nel mondo. Si attendono invece conferme ulteriori sulla morte di Germano Mancini, comandante dei carabinieri di Scorzè (Venezia) da un paio di mesi – sposato e padre di un ragazzo di 20 anni – che si trovava a Cuba dal 15 agosto.
“Il paziente, che si trovava in condizioni critiche instabili dal 18 agosto, è morto la sera del 21 agosto”, ha dichiarato il ministero della Salute cubano in un comunicato, rilevando che “il rapporto dell’autopsia effettuata presso l’Istituto di Medicina Legale conclude che la morte è stata causata da sepsi dovuta a broncopolmonite con germe indeterminato e danni a più organi”. Il ministero della Salute italiano, si apprende, non ha però ricevuto conferme scientifiche dalle autorità sanitarie locali ed è “al lavoro per acquisire elementi” sul caso.
L’ambasciata italiana a L’Avana è in permanente contatto con le autorità del governo cubano. Nello stesso tempo, la cancelleria consolare italiana sta portando avanti le pratiche per il rientro della salma di Mancini, appena possibile, e sta provvedendo a facilitare il rientro in patria prima del previsto dei due cittadini italiani che avevano intrapreso il viaggio a Cuba insieme all’ufficiale dei carabinieri. Invita comunque ad essere cauti sulle cause della morte di Mancini, in assenza di documenti ufficiali, la sindaca di Scorzè, Nais Marcon. Anche l’immunologo Sergio Abrignani invita alla prudenza, ricordando che “si contano sulla dita delle mani i casi di letalità per vaiolo delle scimmie e i numeri mostrano che un adulto con difese immunitarie normali, o solo lievemente compromesse, non muore per questo virus”.
Tuttavia, anche se la causa del decesso fosse il vaiolo delle scimmie, questo caso “non deve allarmare la popolazione poichè, salvo casi eccezionali, la malattia decorre in modo benigno, con la guarigione che sopraggiunge dopo 2-3 settimane”, afferma il direttore Generale dello Spallanzani, Francesco Vaia. Intanto procede la vaccinazione dei soggetti a rischio – ovvero personale di laboratorio con possibile esposizione diretta a orthopoxvirus; persone gay, transgender, bisessuali – e nel Lazio a fine mese saranno superate le 1.200 somministrazioni. Sul fronte della prevenzione, infine, una novità arriva dall’Istituto superiore di sanità, che ha messo a punto un test per la sorveglianza del vaiolo delle scimmie nelle acque reflue. Tale sorveglianza, spiega l’Istituto, potrebbe essere utilizzata per verificare la presenza del virus nelle comunità. (di Manuela Correra per Ansa)