“Ho avuto notizia di un sesto caso di vaiolo da scimmie preso in carico dall’Istituto Spallanzani con un link di ritorno dalle Canarie. Attualmente sono quattro i ricoverati tutti in buone condizioni cliniche. Uno è seguito a domicilio. L’altro è il caso toscano. Prosegue l’indagine epidemiologica. Nessun allarme, ma il sistema di sorveglianza infettivologica è in stato di massima attenzione”. Lo dichiara l’Assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D’Amato.
Galli: “Esiste già un farmaco”
Contro il vaiolo delle scimmie, e rispetto ad altri virus, “probabilmente abbiamo il farmaco, anche se non so quanti effettivamente siano i quantitativi disponibili. E questo è interessante sottolinearlo perché si è studiata, soprattutto negli Stati Uniti, la possibilità di disporre di un farmaco che potesse essere utile in caso di interventi di bioterrorismo con il virus del vaiolo”.
Un patogeno che “ormai dovrebbe essere sparito completamente dalla circolazione, ma che in realtà è conservato in alcuni laboratori più o meno ufficialmente”, o meglio “in alcuni ufficialmente e in altri meno, o non del tutto ovviamente. Quindi l’idea che ”questo virus” possa essere usato come strumento di terrorismo ha fatto sì che siano stati studiati qualche cosa come 350mila differenti composti per riuscire trovare questo tecovirimat, che inibisce una proteina, e qui tutto sommato il colpo di fortuna, che si chiama p37, e che è conservata al 98 per cento di identità in tutti gli orthopoxvirus fino adesso testati”. Lo ha detto a Sky TG24 Massimo Galli, ex direttore del reparto di Malattie infettive dell’Ospedale Sacco, ospite di “Buongiorno”.
“Vaccinazione per ora non giustificata dai dati”
Rispetto al vaccino Galli ha aggiunto che “i rapporti costi-benefici dell’utilizzo di un vaccino, in questo momento e per questo virus, siano molto aleatori e non tali da spingere a una scelta di questo genere”. Mentre – ha continuato – “quello che va fatto è una buona, sana, vecchia operazione di contenimento epidemiologico, nella speranza che ciò che ci avrebbe dovuto insegnare la pandemia” di Covid “sia utile per poter fare questa volta, avendone il tempo e le modalità, una buona misura di contenimento. Ricordiamoci che siamo di fronte anche a una malattia che ha una letalità molto bassa, almeno nei Paesi occidentali”.