Coronavirus, il commercio comincia a ripartire a Roma

Il 58% dei commercianti intervistati ha dichiarato di aver guadagnato più di 250 euro, ma una settimana prima la quota era al 47%

A Roma ci sono, timidi, segnali di ripresa del commercio. Da un’indagine della Cna di Roma su viale Marconi e via Cola Di Rienzo, il 58% dei commercianti intervistati ha dichiarato di aver guadagnato più di 250 euro. Il sondaggio è stato fatto martedi 9 e mercoledi 10 su 300 esercenti. Una settimana prima, questa quota si era attestata al 47%.

La situazione dunque è ancora lontana da una parvenza di normalità. Circa 60 esercenti che avevano risposto alle domande il 26 maggio, non hanno voluto rispondere, testimoniando un’accresciuta insofferenza verso la situazione di crisi che stanno vivendo. Il 40% degli intervistati ha dichiarato di non aver fatto ricorso alla cassa integrazione perché si tratta di esercizi del commercio a gestione familiare.

“È importante continuare a monitorare il sentiment e le necessità dei nostri imprenditori, in questo caso degli artigiani e dei commercianti di Roma, per promuovere le loro istanze verso istituzioni locali e nazionali. Non siamo affatto tornati alla normalità tanto auspicata, si vedono pochi segnali positivi e occorre fare di più perché l’economia della nostra città è ancora fortemente provata dagli effetti della pandemia e con essa anche il morale e la resistenza degli imprenditori del nostro territorio”, commenta così Stefano Di Niola, Segretario della CNA di Roma.

Michelangelo Melchionno, Presidente della CNA di Roma, chiede che subito ci sia chiarezza sulla situazione che riguarda bar e ristoranti. “Oggi più che mai diventa strategica la collaborazione tra il Mibac e la Sovrintendenza, in accordo con l’amministrazione comunale e con le associazioni di categoria nell’ottica di consentire la possibilità di autorizzare i tavoli all’aperto – dice Melchionno – Come CNA di Roma non possiamo assistere impotenti alla chiusura definitiva di centinaia di imprese, con tutte le conseguenze che questo comporta in termini di occupazione e di tenuta del tessuto sociale”. Cna quindi chiede un tavolo di confronto con le istituzioni per tutelare le aziende e il decoro urbano”.

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