Rifiuti: dirigente Regione Lazio ascoltata da gip Roma

Flaminia Tosini è sospesa dal servizio in Regione e si è dimessa da vicesindaco di Vetralla

La dirigente della Regione Lazio Flamina Tosini – agli arresti domiciliari nell’ambito dell’inchiesta sulla gestione del ciclo dei rifiuti – e’ stata ascoltata oggi dal gip di Roma. Tosini e’ accusata dei reati di concussione e corruzione.

“Abbiamo risposto alle contestazioni e dato le nostre spiegazioni che possono piu’ o meno convincere gli inquirenti. Sono stati respinti gli addebiti – ha affermato al termine dell’interrogatorio il legale, Valerio Mazzatosta – ed e’ stata data una qualificazione diversa sul rapporto che sostenevano ci fosse tra la mia assistita che ha 52 anni e Valter Lozza che ne ha 75. Ci poteva essere un’amicizia, che non ha negato, e questo secondo noi non ha assolutamente non ha influenzato le scelte della Tosini. Non ci e’ stato chiesto se le scelte erano state concordate dai livelli politici: agli inquirenti interessava il rapporto tra Tosini e Lozza, partendo dal presupposto che lei lo ha favorito”. Il difensore ha annunciato che l’indagata, per il momento, non presentera’ ricorso al Riesame. “La mia assistita e’ sospesa dal servizio in Regione e si e’ dimessa da vicesindaco di Vetralla”, ha aggiunto l’avvocato.

Nell’ordinanza il gip del gip di Roma, Annalisa Marzano parla di «un meccanismo criminoso, ben collaudato, estremamente pericoloso e pregiudizievole sia per la corretta e trasparente individuazione di un sito idoneo alla destinazione dei rifiuti solidi urbani della Capitale, che nella complessiva gestione degli interessi inerenti la gestione delle attività dedite allo smaltimento dei rifiuti e alla gestione delle discariche».

Per il gip “l’intero dipartimento della Regione Lazio, cruciale per la salvaguardia dell’interesse ambientale del territorio laziale, a causa delle condotte illecite poste in essere dalla sua dirigente è stato totalmente ripiegato sugli interessi privati di Lozza. L’indagata, pur ricoprendo un incarico piuttosto delicato, con una straordinaria astuzia e inconsueta disinvoltura, ha manipolato la procedura amministrativa volta alla individuazione della prossima discarica di rifiuti solidi urbani della Capitale e lo faceva ricorrendo ad indebite scorciatoie».

Nell’ordinanza il giudice afferma, inoltre, che Tosini “non contenta, orientava le determinazioni regionali, in tema di rifiuti, agli interessi dell’amico imprenditore che gestiva anche le discariche di Civitavecchia e Roccasecca: nel primo caso assicurando a Lozza l’ampliamento della discarica per rifiuti non pericolosi di Civitavecchia e nel secondo caso riuscendo a manipolare le determinazioni di altri organi dello Stato (la Presidenza del Consiglio dei ministri) assicurando a Lozza la conferma dell’innalzamento della quota della discarica di Roccasecca (a mt 16,70 come stabiliti originariamente dalla Regione Lazio)”.

Tosini avrebbe ricevuto da Lozza, si legge nelle carte dell’accusa, «oggetti preziosi di consistente valore: borsa, orologio, bracciale marca Cartier, orecchini» ma non solo. “La mole di conversazioni captate nel corso delle indagini, dopo un faticoso ed estenuante tentativo di sorprendere la Tosini in dialoghi non criptati, ha permesso di svelare come costei si dedichi, anima e corpo, a tessere relazioni e a muovere pedine per favorire l’attività imprenditoriale del Lozza, agevolata dalla posizione apicale ricoperta all’interno della Regione Lazio”.

 

 

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