Congresso nazionale della CISL

“Abbiamo contato molti posti di lavoro persi e visto il nostro Paese in difficoltà nel rimettere al centro la questione del lavoro come elemento prioritario attorno al quale ricostruire crescita, fiducia, futuro. Occorre sottolineare che il lavoro non può essere ridotto, come spesso avviene, allo scontro fra le diverse tifoserie di sostenitori e detrattori delle […]

Un momento del congresso (Foto Omniroma)

“Abbiamo contato molti posti di lavoro persi e visto il nostro Paese in difficoltà nel rimettere al centro la questione del lavoro come elemento prioritario attorno al quale ricostruire crescita, fiducia, futuro. Occorre sottolineare che il lavoro non può essere ridotto, come spesso avviene, allo scontro fra le diverse tifoserie di sostenitori e detrattori delle varie riforme. Anche i soli dati quantitativi, se letti con attenzione, mostrano il cambiamento strutturale del lavoro”. Lo ha detto Annamaria Furlan, segretaria generale della Cisl, nel corso del suo intervento al XVIII Congresso Nazionale della Cisl.

 

Furlan ha poi ricordato che “recentemente l’Istat ha documentato che i singoli lavori e settori sono stati stravolti dai cambiamenti in atto molto più di quanto le medie statistiche generali abbiamo finora delineato. Dal 2008 al 2016, infatti, l’industria ha perso 936 mila occupati mentre i servizi hanno creato 574 mila posti di lavoro in più. Nello stesso periodo si registrano 1 milione di operai e artigiani in meno in Italia, e un aumento di 480 mila addetti tra il personale non qualificato e ben 752 mila addetti nelle attività esecutive di servizi e commercio. Anche la Pubblica amministrazione ha perso 230 mila posti di lavoro negli ultimi 10 anni e, in particolare, è cresciuta la presenza di lavoro precario, che supera le 450 mila unità tra tempo determinato, collaboratori e lavoratori temporanei”.

 

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