Da Roma provocazioni inaccettabili, la Francia richiama l’ambasciatore

Sale la tensione tra Parigi e Roma dopo le polemiche delle ultime settimane

Vue de Paris depuis Notre-Dame

La Francia ha richiamato a Parigi per consultazioni l’ambasciatore a Roma Christian Masset. Lo annuncia una nota durissima del Quai d’Orsay che parla di “attacchi senza precedenti dalla fine della guerra e senza fondamento” e “dichiarazioni oltraggiose” da parte del governo italiano.

“Essere in disaccordo è una cosa, strumentalizzare la relazioni a fini elettorali è un’altra”, aggiunge il ministero degli Esteri francese.

Si aggrava dunque la crisi tra i due Paesi dopo settimane di tensioni sui temi dell’immigrazione e dei controlli alle frontiere (con i numerosi blocchi della polizia francese al confine di Ventimiglia, dove i migranti che dall’Italia cercavano di arrivare in Francia venivano respinti), sulle accuse di interferenza negli affari francesi per i rapporti con i gilet gialli, l’estradizione dei terroristi fuggiti in Francia durante gli anni di Piombo dopo il caso Battisti, la gestione della crisi in Libia (la Francia voleva elezioni entro lo scorso dicembre, l’Italia non voleva invece correre troppo sperando di arrivare prima a un’intesa tra le parti in causa), l’Alta Velocità (l’Italia ha appena consegnato i risultati della valutazione costi-benefici all’ambasciatore francese per la Tav Torino-Lione: una parte del governo italiano è contrario al proseguimento dei lavori, i francesi sono da sempre favorevoli); e da ultimo la polemica aperta dal Movimento 5 Stelle su quello che definiscono il “franco delle colonie”, ovvero il franco Fca, moneta in uso in alcuni Paesi africani, usata da Di Maio come esempio di un “neocolonialismo” che sfrutta le risorse dell’Africa e spinge le popolazioni a migrare.

“Non vogliamo litigare con nessuno, non siamo interessati alle polemiche: siamo persone concrete e difendiamo gli interessi degli italiani. Disponibilissimi a incontrare il presidente Macron e il governo francese, sederci a un tavolo e affrontare, per quanto riguarda le mie competenze, tre questioni fondamentali”. Lo ha detto il vicepremier Matteo Salvini citando: “stop con i respingimenti alle frontiere, risultano essere oltre 60.000 dal 2017 a oggi compresi bambini e donne abbandonate nei boschi; stop con terroristi italiani, una quindicina, condannati ma che fanno la bella vita con residenza in Francia e basta, infine, danneggiare i nostri lavoratori pendolari che sono letteralmente vessati ogni giorno alle frontiere francesi da controlli che durano ore. Noi siamo pronti e disponibili con spirito costruttivo a voltare pagina per il bene del nostro popolo”, ha concluso.

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