Stallo centrodestra su comunali, generale Graziano dice no

Anche nodo Copasir a vertice lunedi'. Salvini,si dimettano tutti

Nel centrodestra ancora al buio sui candidati per le amministrative di Roma e Milano e a 48 ore dal vertice che vedra’ i tre alleati di nuovo dopo mesi allo stesso tavolo, spunta l’ipotesi dei generali per la conquista del Campidoglio.

Sono Claudio Graziano o Giovanni Nistri i nomi citati dal Messaggero come sfidanti di Virginia Raggi a Roma per la coalizione. La suggestione corre per qualche ora sull’onda della popolarita’ di un altro militare, quel generale Figliuolo nominato dal premier Mario Draghi al posto di Arcuri come commissario straordinario per la pandemia e considerato l’uomo della sterzata sui vaccini. Ma all’ora di pranzo e’ Graziano, da due anni presidente del Comitato militare dell’Unione europea, a uscire allo scoperto con un ‘no, grazie’.

“Non sono in alcun modo interessato alla competizione elettorale”, twitta il piemontese che esordi’ alla guida degli alpini a Pinerolo e che e’ stato capo di gabinetto di Ignazio La Russa al ministero della Difesa. Quindi ringrazia ma scandisce: “Sono concentrato a onorare il mio ruolo istituzionale”, ricordando che durera’ fino al 2022. Resta nell’aria il nome di Nistri, da gennaio ‘in pensione’ dopo essere stato alla guida dei carabinieri e uomo simbolo della rinascita degli scavi di Pompei. Oltre che romano, a differenza di Graziano. Nomi “tutti rispettabilissimi” e appresi dai giornali, fa sapere la Lega smentendo di fatto che ci sia stato gia’ un incontro tra Matteo Salvini e Nistri, come scrive il quotidiano romano. E taglia corto: “la Lega parlera’ solo lunedi’ al vertice e non prima”.

Non commenta Forza Italia, ma qualche azzurro ammette che entrambi i generali sarebbero un’ottima chance per il centrodestra e per la riqualificazione della Capitale.

E ricorda che Graziano ha ottimi rapporti con Berlusconi. Chiude la porta a Nistri, invece, Francesco Lollobrigida, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera: “Non giudico il nome e il profilo, ma non e’ mai stato in gioco”, paragonandolo a Ronald Reagan al Campidoglio ossia “una candidatura che non c’e'”. Di certo lunedi’ pomeriggio, al primo vertice del centrodestra dopo mesi, la partita sara’ doppia. Il gorgo sulle comunali si intreccera’ a quello sulla presidenza del Copasir che FdI chiede per legge, come unica forza di opposizione. Entrambe le questioni sembrano incartate. Sul voto, dopo la rinuncia di Guido Bertolaso e Gabriele Albertini, mancano nomi all’orizzonte. Anche se il leader leghista assicura che c’e’ fermento: “Ho tante belle idee in testa, pero’ le porto al tavolo altrimenti qualcuno si offende”.

Sul Comitato per la sicurezza, dopo le dimissioni dei due componenti leghisti, Salvini rivendica il passo indietro (“Siamo gli unici ad averlo fatto”) e lancia la palla agli avversari: “Ora si dimettano tutti”, chiede per poter rinominare tutto il Copasir. Sapendo bene che e’ ‘mission impossible’.

La battaglia ora e’ tutta su Adolfo Urso, unico candidato alla presidenza per Fdi su cui pero’ la Lega fa muro per la sua presunta vicinanza all’Iran, per via della societa’ di consulenza per le imprese italiane a Teheran di cui ha ancora qualche quota. “Non faccio nomi e cognomi, prima si dimettano tutti e poi ne parliamo”, insiste Salvini.

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