Il Papa torna a porre il suo sguardo sulle condizioni dei migranti. Per sottolineare la sua costante attenzione all’accoglienza, il Santo Padre presiedera’ oggi alle ore 16, presso la Fraterna Domus di Sacrofano (Roma) una celebrazione eucaristica, in apertura dell’incontro delle realta’ di accoglienza, organizzato da Fondazione Migrantes, Caritas Italiana e Centro Astalli dal 15 al 17 febbraio 2019.
Chissà cosa avranno pensato al Viminale quando a inizio settimana c’è stato l’annuncio di questo avvenimento, in qualche modo senza precedenti. Le posizioni tra Chiesa e Italia sui migranti sono ancora molto lontane, tanto che ieri il ministro dell’Interno Matteo Salvini non si è fatto vedere alla cerimonia per i 90 anni dei Patti Lateranensi a palazzo Borromeo a Roma.
Si tratta di una visita del Papa a carattere privato. L’iniziativa, sottolineano i promotori, intende essere un “momento di comunione con famiglie, parrocchie, istituti religiosi e altre realta’ che sono impegnate in percorsi di ospitalita’ di migranti. Con l’obiettivo di conoscersi, scambiarsi idee, esperienze e progettualita’, e anche esprimere gratitudine a quanti, con la loro disponibilita’, sono segno di autentica fraternita’, lungimiranza e coraggio, costruttori di una cultura inclusiva. Si vuole cosi’ esprimere un messaggio di fiducia e di speranza, perche’ – rispetto all’accoglienza – non prevalgano inquietudini e paure. Le esperienze dei partecipanti a questo incontro testimoniano che la convivenza pacifica e’ davvero possibile”.
“Tre anni fa – sottolineano le associazioni – il Santo Padre ricordava come “di fronte alla tragedia di decine di migliaia di profughi (…) il Vangelo ci chiama, ci chiede di essere prossimi dei piu’ piccoli e abbandonati. A dare loro una speranza concreta”. E lanciava “un appello alle parrocchie, alle comunita’ religiose, ai monasteri e ai santuari di tutta Europa ad esprimere la concretezza del Vangelo e accogliere una famiglia di profughi”. In molti hanno risposto e la Chiesa italiana ha moltiplicato le iniziative gia’ consolidate di accoglienza diffusa, aprendo le porte delle proprie diocesi”.