A Roma e nel Lazio aumentano gli alunni stranieri, ma spesso poco integrati

Idos mette in luce che manca ancora una vera politica d’integrazione. Succede che chi ha 16 anni è costretto a frequentare le medie

La campanella della scuola è suonata anche per gli 85 mila alunni stranieri nel Lazio, ma la loro integrazione non sempre semplice. La scuola, per queste ragazze e questi ragazzi, dovrebbe essere un ascensore sociale, eppure questo rimane spesso solo un esercizio teorico.

Calano gli alunni italiani, aumentano gli stranieri

L’ultimo rapporto dell’istituto Idos dice che nell’anno scolastico 2023/2024 gli alunni con cittadinanza straniera iscritti nel Lazio sono 84.961, l’11,0% del totale. I numeri continuano a rilevare una riduzione degli iscritti complessivi (-11.797 in regione e -8.574 nella Città metropolitana di Roma), nonostante una modesta crescita degli studenti stranieri (rispettivamente +1.245 e +954). In un anno gli alunni totali sono calati dell’1,5% (sia nel Lazio sia a Roma metropolitana), mentre quelli stranieri sono aumentati dell’1,5% (in entrambe le ripartizioni) e i nati in Italia del 2,8% in regione (+1.560) e del 2,7% nell’area romana (+1.228).

Gli alunni stranieri più vulnerabili spesso esclusi 

Per Idos però continua  però a mancare una politica strutturale per l’inclusione scolastica degli alunni stranieri, soprattutto neoarrivati: la mediazione interculturale è attivata solo su richiesta e delegata al privato sociale, con effetti talvolta escludenti per gli studenti più vulnerabili. L’Osservatorio della rete Scuolemigranti ha esaminato i percorsi di 190 studenti neoarrivati a 14 anni e oltre, rilevando che 27 ragazzi tra i 14 e i 16 anni,  sono stati iscritti alla scuola media, nonostante il diritto di frequentare un livello coerente con la loro età.

Alle superiori pochi stranieri 

Ed ancora. Idos mette in luce che gli istituti superiori hanno difficoltà ad accogliere gli alunni stranieri neoarrivati e spesso oppongono resistenze: chiedono il diploma di terza media per l’accesso, nonostante fino a 16 anni viga l’obbligo scolastico e il diritto all’iscrizione anche senza documentazione; prevedono esami integrativi sulle materie non studiate; tendono a inserirli in classi inferiori alla loro età.  Quando poi i neoarrivati sono accolti nei centri per immigrati e richiedenti asilo, l’iscrizione a scuola diventa ancora meno frequente: nella gran parte dei casi si prevedono solo corsi di italiano negli stessi centri di accoglienza o l’iscrizione ai Cpia, frequentati anche dagli adulti e dove viene a mancare la socializzazione tra pari.

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