A Roma arriva un Picasso diverso. Niente cliché da genio maledetto, niente icone da museo. “Picasso. Il linguaggio delle idee” è la mostra (molto interessante) che viene ospitata nel Museo storico della fanteria sino a fine gennaio.
Oltre cento opere – tra disegni, incisioni, stampe e rarissimi linoleum – mostrano un Picasso ossessionato dal segno, capace di trasformare ogni tecnica in un esercizio mentale. I prestiti arrivano da fondazioni spagnole e collezioni private, in un mosaico che ricostruisce il dialogo continuo tra invenzione e disciplina nei lavori dell’artista andaluso. I linoleum di Vallauris, nati negli anni Cinquanta con l’aiuto dello stampatore Arnèra, sono il cuore pulsante della mostra: è qui che Picasso si diverte a smontare il cubismo e a reinventarlo in chiave grafica, cercando un equilibrio complesso (ma riuscito) tra libertà e controllo. Accanto, le fotografie di Edward Quinn e André Villers rivelano il backstage della leggenda: un artista tra stampe e prove d’autore, ma anche un Picasso ironico e quotidiano che mangia, scherza, conversa e si mette in posa. Non manca l’incursione nel teatro: bozzetti e scenografie per Le Tricorne e Parade, le collaborazioni con i Ballets Russes di Diaghilev. Un omaggio a quell’idea totale di arte che attraversa tela, carta e palcoscenico e ne cancella i confini e le distinzioni.
Le foto di Radiocolonna:













