Roma alla prova della stretta fiscale sugli affitti brevi

A Roma la nuova misura interesserà 38.240 alloggi, secondo i dati più recenti di Airbnb

Che ne sarà degli affitti brevi a Roma? L’imposta sui redditi di chi ha messo in affitto turistico la seconda casa, ormai è una certezza, cambierà. La proposta del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, contenuta nella manovra approvata in Parlamento, fa salire l’aliquota dal 21 al 26%, con buona pace della Lega (partito dello stesso ministro) e di Forza Italia.

A Roma, questa nuova misura interesserà 38.240 alloggi, secondo i dati più recenti di Airbnb. L’associazione nazionale stima che “su una casa media da 25mila euro di incasso annuo, l’aumento della cedolare è di 1.300 euro, con la pressione fiscale che passerebbe dal 46 al 52%”. E immediatamente si parla di “rischio nero”, per sfuggire alle troppe tasse. Va detto, però, che la tassazione al 26% già esiste: l’abbassamento al 21% è per chi ha più di un immobile (fino a un massimo di quattro) e in sede di dichiarazione indica su quale ottenere lo sconto.

Di sicuro, c’è chi plaude alla misura, se non altro vista come un freno al cosiddetto fenomeno dell’overtourism, senza dimenticare le inevitabili distorsioni del mercato immobiliare. Il sindaco di Roma Roberto Gualtieri la considera “una misura di buon senso perché, soprattutto nelle grandi città, la crescita di questo fenomeno incide sull’equilibrio del mercato immobiliare. Mi auguro che per i potenziali maggiori introiti si pensi all’emergenza abitativa e a sostenere le politiche per la casa, un problema che riguarda milioni di famiglie e che richiede un impegno concreto da parte delle istituzioni centrali”.

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