Black Friday 2025 in chiave positiva, ma il low cost vince su tutto

La porta alle festività e agli acquisti si è aperta con questo black friday anche se non si è trattato di un solo giorno ma di intere settimane. Bene praticamente tutte le offerte merceologiche e purtroppo anche il low cost che corre nonostante il suo tragico impatto ecologico/etico

Nonostante la crisi del lusso, ormai sempre più evidente, pare che questo black friday abbia un saldo positivo. Molti acquisti sono stati fatti sull’on line ma il grande show dei sacchetti brandizzati ha evidenziato un rimbalzo dello shopping “fisico”. Uno sprazzo di luce per i negozi su strada e quasi una forte conferma del significato iniziale di black friday. L’Italia, poi, ha preso l’abitudine di ampliare a dismisura questa giornata, tanto che una settimana non basta più e l’obiettivo, non confessato, è quello di arrivare giusti giusti ai private sale pre-natalizi. La grande maggioranza di questi acquisti bene o male finiranno sotto l’albero perché da tempo il venerdì nero è sinonimo di corsa ai regali di Natale evitando, così, il più possibile l’affanno del fatidico ultimo momento.

Sicuramente è cambiato molto l’approccio all’acquisto, come se fosse scattata una molla a favore di shopping consapevole e ragionato, senza quelle punte di isterismo da sconto che in qualche modo, comunque, resteranno nella storia di Natali più ricchi e festosi.

Hanno tratto grande vantaggio da queste giornate con prezzi ribassati soprattutto i brand che hanno saputo proporsi su più fronti: e-commerce, fisico, marketplace, app, ecc che abbracciando clientele e situazioni diverse hanno avuto risultati sicuramente maggiori.

Certo il black friday è la vera porta delle festività e dei doni collegati, ma va ricordato che quello che è stato comperato in questi giorni salterà, ovviamente, la boa del Natale. Un effetto di redistribuzione/spostamento degli incassi che andrà valutato a fine esercizio.

Si calcola che la spesa complessiva in Italia si aggiri sui 4/5mld di euro e che pochi di questi hanno, finora, interessato il food; quindi le categorie più “gettonate” dagli italiani sono stati: moda, elettronica/informatica, casa e cura della persona.

Apriamo, qui, il triste (in termini etici ed ecologici) capitolo dei marchi low cost che, per colpa della nostra minor capacità di spesa hanno avuto un ruolo significativo in questo black friday 2025.   Ma questa tendenza non va attribuita soltanto alla contrazione del potere di acquisto o alla ricerca spasmodica del prezzo più basso, se ne devono far carico in primo luogo: la cattiva sensibilità che non  fa passare in modo chiaro e rigoroso il danno procurato dall’usa e getta e che le immagini di interi territori ricoperti da indumenti buttati non vengano trasmessi con tale intensità da diventare un nostro incubo, in secondo luogo l’arroccamento sempre più marcato del lusso non fa che spingere verso mercati alternativi e più a portata di tasca.

Se si calcola che quasi 9 italiani su 10 si sono lanciati sulla giostra del black friday questo sta a dimostrare che anche il mondo del commercio deve prenderne atto e modificare in modo sostanziale l’iter delle offerte e delle vendite, evidentemente ormai logoro e superato

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