46 anni dopo la strage di Acca Larentia, il ricordo di tre giovani militanti

La commemorazione tra polemiche e saluti romani

Il 7 gennaio 1978 è una data che continua a segnare la memoria di Roma, richiamando l’attenzione su un periodo oscuro della storia italiana: gli Anni di Piombo. Questa mattina, le autorità hanno reso omaggio ai giovani Franco Bigonzetti, Francesco Ciavatta e Stefano Recchioni, uccisi durante la strage di Acca Larentia. Il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, e l’assessore alla Cultura, Miguel Gotor, hanno deposto corone di alloro nel piazzale che custodisce la targa ricordo.

L’evento si è distinto in due fasi significative. Inizialmente, le autorità hanno onorato la memoria dei giovani, sottolineando l’importanza di ricordare coloro che hanno perso la vita a causa dell’odio ideologico che ha avvelenato gli Anni di Piombo. Rocca, attraverso i social, ha ribadito il dovere di commemorare questi tragici eventi affinché simili tragedie non si ripetano.

Il presidente Rocca ha concluso la sua dichiarazione affermando che, nonostante siano trascorsi 46 anni dalla tragedia, è imperativo ricordare e commemorare, affinché la società non dimentichi mai gli eventi dolorosi che hanno segnato il passato. Questa giornata di iniziative e ricordi serve come monito affinché il presente e il futuro siano guidati dalla consapevolezza delle tragedie passate e dalla volontà di costruire una società più giusta, libera dall’odio ideologico che ha portato alla perdita di vite così giovani.

Successivamente, in un altro luogo e dopo la partenza delle autorità, si è tenuta un’ulteriore commemorazione da parte di alcuni militanti. A rovinare la manifestazione bipartisan la presenza di alcuni “nostalgici” che si sono esibiti in saluti romani e cori “presente!”, assolutamente fuori luogo, e che hanno provocato polemiche soprattutto da parte dell’opposizione, con la segretaria Schlein che presenta un’interrogazione parlamentare e Calenda che dichiara “vergogna!”  quanto accaduto.

 

 

 

 

 

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