Alitalia, o meglio Ita, è ufficialmente pronta alla partenza, anzi al decollo. Dal prossimo ottobre, almeno sulla carta. Ma quante incognite, per stessa ammissione del ministro dello Sviluppo, Giancarlo Giorgetti, che di Ita è in qualche modo il creatore. “La scelta fatta è stata quella di creare una società che non consumi ricchezza. Oggi consuma sostanzialmente 30 milioni di euro al mese a carico dello Stato e della collettività: è una situazione non sostenibile. Ora, Ita partendo da situazione più ridotta” si immagina “possa intercettare la ripresa e possa ricrescere. Non da sola. Io vado ribadendo che sarà il caso di trovare forme di collaborazione. Magari con Ferrovie”, ha spiegato il numero uno del Mise.
Rispondendo poi ai sindacati che hanno chiesto al governo di intervenire contro la deregulation sui contratti e sul personale che avrebbe adottato Ita, Giorgetti ha assicurato che il governo cercherà di “limitare i danni” e di fare il possibile. “Ma il settore – ha aggiunto – è quello”. Intanto, sono circa 10 mila le candidature di lavoro arrivate fino ad oggi ad Ita, la nuova compagnia aerea che si candida a rilevare parte degli asset e il marchio di Alitalia. Di queste 10 mila candidature circa il 15% arriverebbe da lavoratori Alitalia.
È quanto si apprende da fonti sindacali dall’incontro iniziato questa mattina tra i vertici di Ita e i segretari generali di Filt Cgil, Fit Cisl, Uilt e Usb trasporti. Sul tavolo del confronto c’è il contratto di lavoro dei dipendenti della newco, dopo che nell’incontro del 25 agosto l’azienda ha fatto sapere di non volere applicare il contratto collettivo nazionale firmato da Assaereo.