Amatrice, vescovo “venire per vedere devastazione e ripresa” – VIDEO

Da quel 24 agosto del 2016 nella provincia di Rieti gli interventi pubblici finanziati sono stati 346, per un totale di circa 350 milioni di euro

Le commemorazioni in occasione del sesto anniversario dal terremoto di Amatrice.

Centinaia di persone riempiono il campo sportivo di Amatrice, oggi trasformato in cattedrale, con le braccia conserte e lo sguardo basso. Sono fratelli, sorelle, mamme e papà delle 299 persone che la notte del 24 agosto del 2016 hanno perso la vita nel sisma che ha colpito la città e diversi comuni delle Marche e dell’Abruzzo. Tra loro la fascia tricolore spicca sul petto del sindaco di Amatrice, Giorgio Cortellesi. Intorno a lui il pubblico disposto a formare un ferro di cavallo avvolge l’altare a tendoni blu dove il vescovo di Rieti, monsignor Domenico Pompili, recita la messa. Dietro una montagna di calcinacci. “A prima vista tutto sembra fermo all’istantanea della torre che si erge solitaria in mezzo al deserto, ma se si guarda con più attenzione si scopre che nel centro storico c’è sotto un cantiere, finalmente in movimento”, ricorda Pompili durante la messa. “Appena più su nell’area di Don Minozzi, comincia a prendere forma la Casa del futuro. Appena più giù si delinea il nuovo ospedale di Amatrice. E poi ci sono gru, qua e là. Per vedere dunque bisogna venire”, sottolinea.

Dopo la veglia intima della scorsa notte, e la processione con fiaccolata dove ogni anno si ricordano i nomi delle vittime, oggi hanno avuto luogo le celebrazioni ufficiali. Prima la deposizione della corona di fiori sotto la statua del memoriale di parco Don Minozzi, deposta dal sindaco Cortellesi e dal ministro dell’Università e della Ricerca, Maria Cristina Messa. Poi la funzione religiosa, officiata per l’ultima volta da monsignor Pompili, che ha accompagnato la città nei sei anni dal sisma e che da ottobre diventerà vescovo di Verona. Accanto a lui il vicario generale di Amatrice, Don Luigi Aquilini e Don Savino, parroco al tempo del terremoto. Tra i presenti in rappresentanza del mondo della politica e delle istituzioni anche il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, il capo della protezione civile, Fabrizio Curcio, il commissario straordinario del Governo per la ricostruzione sisma 2016, Giovanni Legnini, l’assessore alla Sanità del Lazio, Alessio D’Amato, il leader della Lega, Matteo Salvini, il deputato Paolo Trancassini di Fratelli d’Italia, il direttore Inail, Andrea Tardiola, il presidente Inail Franco Bettoni e il sindaco di Cittareale, Francesco Nelli.

Un anniversario divenuto ormai tradizione. Per un giorno ad Amatrice tutto si ferma: i negozi e le attività rimangono chiusi, è lutto cittadino. “Per noi di questa terra non è un bel giorno: è il sesto anniversario di quella bruttissima esperienza che abbiamo avuto, una tragedia che ha portato via 259 persone dal nostro territorio”, ricorda Cortellesi. “Speriamo e siamo convinti che quest’anno sarà quello decisivo per la ripartenza di questo territorio, sicuramente la ricostruzione materiale ripartirà in forma incisiva – aggiunge -. Questo giorno per noi è un giorno triste, lo viviamo sempre con grande angoscia. Questa notte c’è stata una veglia contenuta e rispettosa di quelle che sono stati i nostri 259 angeli che ci guardano dal cielo e speriamo ci aiutino a una ripresa totale di questo territorio, anche morale, per una ferita che purtroppo non si rimarginerà mai”.

Intanto da quel 24 agosto del 2016 nella provincia di Rieti gli interventi pubblici finanziati sono stati 346, per un totale di circa 350 milioni di euro. Di questi oltre 230 sono stati avviati, tra progettazioni, lavori conclusi o in corso. Per quanto riguarda Amatrice, in particolare, sono 15 le opere pubbliche avviate per il centro storico della città. Nella ricostruzione privata si contano, invece, 26 cantieri, di cui quattro operativi, sei decretati, tre in progettazione esecutiva, otto in definizione architettonica e sei in configurazione progettuale. Ad ogni modo, nonostante sia partita la cosiddetta “fase due” della ricostruzione “per vedere rinascere il paese – conclude Cortellesi – potrebbero volerci ancora due o tre anni”.

 

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