Anno giudiziario: a Roma troppi femminicidi, aumenta la pedopornografia

Parla il Pg Mura: il sistema della giustizia è in crisi. I penalisti mettono in guardia dal considerare le carceri una discarica sociale

Cassazione,
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A Roma il sistema della giustizia rischia il collasso. Il procuratore generale presso la corte d’Appello di Roma, Antonio Mura, nella sua relazione alla cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario afferma che “anche per la giustizia italiana deve tutt’ora parlarsi – se non di crisi pandemica – di condizioni severamente critiche, se e’ vero che addirittura a livello europeo ci si e’ mobilitati al punto da ricomprendere la materia giudiziaria nei cospicui finanziamenti del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR)”. Preoccupano sia i femminicidi sia i reati di pedopornografia, quest’ultimi hanno subito un notevole aumento. Ma in crescita anche i processi legati alla circolazione stradale e alle violazioni sulla sicurezza del lavoro

Per Mura “i dati relativi ai femminicidi sono sempre allarmanti, seppure in lieve flessione rispetto all’anno precedente: 12 delitti consumati e 12 tentati (a fronte, rispettivamente, di 13 e 21). I procedimenti per cui si è attivato il Codice rosso sono passati da 3.396 a 3.720, con un incremento del 9,57%. Le richieste cautelari in carcere sono state 218, con decremento del 61%, mentre le richieste non custodiali sono aumentate da 40 a 98”. 

E ancora, nell’inaugurare l’anno giudiziario a Roma, il procuratore generale sottolinea che  “si segnala un particolare incremento dei reati iscritti per art. 600-ter c.p. (pornografia minorile: +65,22%) – spiega Mura – art. 570-bis (violazione degli obblighi di assistenza familiare: +21,93%), lesioni volontarie tra persone legate da vincoli familiari (+44,58%), art. 612-ter (diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti: (+58,82%). Le vittime sono prevalentemente di genere femminile”. Femminicidi e pedopornografia sono dunque reati su cui si deve concentrare l’attenzione della giustizia

Preoccupazione anche per lo stato delle carceri di Roma , dove in una settimana sono raddoppiati i casi di Covid.  Il  presidente della Camera Penale di Roma Vincenzo Comi, “il carcere non deve restare una discarica sociale di cui e’ meglio non parlare, ma deve diventare l’oggetto centrale dell’attenzione collettiva che si plasmi sulla sensibilita’ e sulla consapevolezza dei principi costituzionali che ispirano la finalita’ della pena. Non possiamo assistere alla perdita della speranza dei detenuti, non possiamo tollerare una visione carcero-centrica della pena e non possiamo accettare le condizioni disumane in cui vivono molti detenuti”. 

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