C.so Francia: Autovelox mobile già in azione

C.so Francia continua il dibattito sui limiti di velocità. Per ora entrano in funzione gli autovelox mobili e vengono bandite le microcar

Dieci giorni dopo la tragedia di Gaia e Camilla la polizia municipale sta mettendo in atto la strategia per colpire chi corre su corso Francia, da sempre considerata un’arteria a rischio proprio per le ripetute violazioni del limite di velocità, fissato a 50 chilometri all’ora.

I prossimi servizi potrebbero (sic!)  essere organizzati specialmente nelle notti dei fine settimana, ma ci saranno postazioni anche di giorno. La strumentazione, in attesa che il Dipartimento Simu del Comune concluda gli accertamenti tecnici, è quella mobile, con apparecchiature con supporto o montate sulle autoradio del XV Gruppo della Municipale, o anche del Gruppo pronto intervento traffico.

Lo annuncia ‘’Il Corriere della Sera’’ precisando che il ricorso sistematico agli autovelox non è esclusa anche una stretta sulle microcar, sia in termini di rispetto dei limiti sia proprio di transito sul viadotto, visto che le macchinette non potrebbero passarci mai, così come gli scooter.

Allo studio- continua il Corriere della Sera- anche misure per rendere più difficile lo scavalcamento dei guard rail, così come più affidabili gli impianti semaforici.

In questo senso la polizia municipale è anche in attesa (sic!) di un incarico da parte della procura di acquisire e analizzare le schede dei semafori agli incroci dei semafori all’incrocio con via Flaminia e di quelli del pedonale sotto il viadotto dell’Olimpica: una sorta di «scatola nera» degli impianti per capire come abbiano funzionato la notte dell’incidente e anche le ore precedenti, se ci siano stati guasti di qualche genere e soprattutto se, alla luce delle contestazioni mosse dall’avvocato della famiglia di Camilla, Cesare Piraino, anche prima dell’investimento delle ragazze, il tempo di attraversamento per i pedoni era ridotto a pochi secondi. (dal Corriere della Sera).

Note e considerazioni del redattore                                                        Dieci giorni dalla notte della tragedia sono davvero tanti giorni e tutti carichi di dolore, di supposizioni, di dichiarazioni e negazioni delle stesse. E a cosa si è arrivati? A NULLA se non ad ipotetiche future azioni deterrenti per auto e pedoni. Ipotetiche perché tutto si svolge al rallentatore e con il consueto ricorso all’uso del condizionale futuro. Tempo composto dall’incertezzza e dall’indeterminazione, dalla negligenza e dalla trascuratezza. Per ora si fa ricorso agli autovelox mobili, cioè quelli che magari ci sono e magari non ci sono. Quelli che fanno capolino quando la pattuglia “delegata” viene spedita su quel tratto di strada. Passati 10 giorni dalla morte delle due ragazze gli addetti “constatano” per la prima volta (dopo anni) che il verde per l’attraversamento pedonale è di pochi secondi. Assolutamente insufficienti per una strada larga come c.so Francia! Intanto la Procura attende di acquisire la famosa “scatola nera” che rileva il funzionamento dei semafori. Pochi secondi, autovelox mobili, la Procura attende…ma così si farà passare il tempo, forse i mesi. I fiori sul luogo dell’incidente seccheranno, la gente continuerà a fare lo slalom fra le auto in transito e i cartelli con l’indicazione dei 50Km/orari saranno sempre più polverosi e stinti. Non è retorica ma la triste realtà di una nazione/città gestite dal traccheggio istituzionale.       VERGOGNA!!!!

 

 

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