Caso Cospito: anarchico torna dopo 4 mesi nel carcere di Sassari

Si trovava a Opera per motivi di salute dopo sciopero della fame

L’anarchico Alfredo Cospito torna nel carcere di Sassari dopo oltre quattro mesi trascorsi nel penitenziario di Opera dove era stato trasferito per motivi di salute alla luce dello sciopero della fame a cui si è sottoposto per protestare contro il 41 bis. La decisione è stata presa dal Dap in quanto l’istituto di Bancalli è quello di “assegnazione”. Il trasferimento in Sardegna arriva a quasi due mesi dalla decisione di interrompere il digiuno, andato avanti dal 20 ottobre al 19 aprile scorso, dopo che la Corte costituzionale ha fatto cadere la norma che avrebbe vincolato la Corte d’assise d’appello di Torino a condannarlo necessariamente all’ergastolo per l’attentato alla Scuola allievi carabinieri di Fossano.

Nelle motivazioni di quella decisioni i giudici della Consulta hanno affermato che in caso di recidiva reiterata la pena dell’ergastolo non è più “fissa” e “indefettibile”, ma non è esclusa. L’udienza davanti ai giudici di secondo grado del capoluogo piemontese è prevista per il 19 giugno. Cospito torna, quindi, nel carcere sardo da dove era stato trasferito il 30 gennaio scorso per le precarie condizioni e per il forte dimagrimento. L’anarchico abruzzese venne ricoverato nel padiglione del Servizio assistenza intensificata della struttura carceraria meneghina, dove sono destinati i detenuti affetti da gravi patologie. La clamorosa protesta contro il regime del carcere duro ha portato, comunque, ad un peggioramento del quadro clinico tanto che Cospito, a più riprese, è stato anche trasferito nel reparto protetto dell’ospedale San Paolo anche a causa di una violenta crisi cardiaca.

La sua battaglia legale contro il 41 bis è proseguita con una serie di istanze presentate ai tribunali di Sorveglianza, a Milano, Roma e Sassari, oltre che al ministro della Giustizia, Carlo Nordio, tutte però rigettate. Anche la Cassazione il 24 febbraio ha respinto il ricorso presentato dal difensore, l’avvocato Flavio Rossi Albertini, contro la decisione della Sorveglianza della Capitale. Per gli ermellini il leader del Fai “se sottoposto a regime ordinario” può continuare ad essere “punto di riferimento e fonte di indicazione delle linee programmatiche criminose e degli obiettivi da colpire” da parte dei suoi “accoliti” della Federazione anarchica informale.

Alla luce di queste decisioni i suoi legali hanno intrapreso anche la strada del ricorso alla Cedu. A metà aprile il detenuto ha, comunque, deciso di interrompere la protesta e ha ripreso ad alimentarsi. In una nota il suo difensore ha affermato che “la lotta intrapresa da Cospito può dirsi abbia raggiunto gli obiettivi prefissati, i tempi di attesa della decisione della Cedu, a differenza di quelli molto più contenuti della Consulta, non sono infatti compatibili con lo sciopero della fame mentre la decisione di Strasburgo merita di essere attesa”.

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