Chiude Pascucci, i frullati che hanno incantato migliaia di romani

Lo storico bar di via di Torre Argentina abbassa la saracinesca per fare spazio a una multinazionale? Le botteghe storiche di Roma in crisi

Frullati Pascucci
Lo storico negozio di Frullati Pascucci

Alzi la mano chi non ha mai preso un frullato da Pascucci. E allora, da qualche giorno non è più possibile. Infatti lo storico bar di via di Torre Argentina, famoso in tutta Roma per i suoi frullati di frutta. Lo annuncia su Facebook, tra gli altri, la sociologa Irene Ranaldi, esperta di gentrification.

Si partiva dalla periferia per venire da Pascucci

Frullati Pascucci ha caratterizzato la vita di migliaia di romani e non solo, dagli anni ‘60. C’era addirittura chi partiva dalla periferia per venire in Centro e gustarsi un frullato alla frutta, tra un’offerta che non ha eguali nella Capitale. Questo bar segue in qualche modo il destino di centinaia di esercizi commerciali nella zona storica della Capitale, che sono stati costretti a passare la mano perché i costi di affitto sono spropositati o perché i proprietari delle mura del negozio ricevono un’offerta da grandi gruppi che non si può rifiutare.

Stop alla desertificazione delle botteghe storiche nel Centro di Roma

“Ultimo bar dall’atmosfera familiare dove si potevano gustare frullati fatti al momento come il mitico #monterosa e tramezzini clamorosi come ormai non si trovavano dagli anni ’80 – scrive Irene Ranaldi – Nata nel rione #Parione come mio padre, era il baretto dei miei genitori, poi della mia infanzia, poi della mia adoloscenza all’uscita del Liceo Virgilio. Multinazionale o fondo di investimento in arrivo?”. E la scrittrice Gaia Cenciarelli, che per anni ha abitato a via della Scrofa, aggiunge: “Pascucci ha contribuito a creare quella rete sociale, quel senso di comunità tipica dei rioni di Roma che tiene unite le persone che ci abitano. Tutte le botteghe storiche hanno chiuso o stanno chiudendo, oppure sono in grande difficoltà. Non so cosa abbia intenzione di fare l’amministrazione cittadina per cercare un’alternativa a questa immensa mangiatoia per turisti. Non so cosa faranno al posto di Pascucci, forse un bed and breakfast. Comunque, nel bene e nel male, Roma non dimentica”.

Un Centro di Roma sempre più fast fashion e fast food

Si calcola che a Roma negli ultimi 25 anni siano scomparse almeno 4 mila botteghe storiche. Alcune non ce l’hanno fatta a rialzarsi dopo la crisi economica che il Covid ha portato con sé. Molte sentono il peso dei prezzi di produzione schizzati alle stelle, tra affitti e costi dell’energia; per altre il ricambio generazionale è arduo; per altre ancora le offerte di gruppi specializzate nella fast fashion o nel cibo da strada sono state impossibili da rifiutare. Giulio Anticoli, presidente dell’Associazione botteghe storiche di Roma, afferma che “non servono contributi una tantum. Bisognerebbe, ad esempio, intervenire sull’aliquota IVA. I contributi dovrebbero essere costanti e palpabili”.

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